Hotel Executive

By ti.otinifni@regurkmit

Published on Feb 25, 2014

Gay

Controls

Ero stato invitato ad un congresso di programmatori a Palo Alto. Avrei dovuto passarci tre giorni, quindi decisi di trattarmi bene e provai a cercare una stanza all'Hotel Executive, il piĂš caro.

L'atrio era estremamente lussuoso e spazioso. Numerosi camerieri stavano allineati alle pareti, impettiti nella loro divisa bordot. Il pavimento lucido come uno specchio. Alla reception un uomo in livrea nera, azzimato, mi accolse con un sorriso. Gli chiesi una singola per due notti. Mi squadrò dalla testa ai piedi. Attese, come aspettandosi qualche altra richiesta; poi, visto che non aggiungevo nulla, consultò il registro e mi disse che poteva darmi una stanza al primo piano, scusandosi (il palazzo aveva ottantacinque piani). Risposi che andava benissimo, dato che non mi interessava avere vista panoramica sulla città .

Con uno schiocco di dita chiamò il piÚ vicino cameriere per farmi accompagnare in camera. Notai che vi erano almeno dieci ascensori e fui leggermente sorpreso dal constatare che anche per andare al primo piano, il cameriere mi invitasse a entrare in uno di essi. Entrando nell'ascensore notai sul pavimento delle macchie biancastre. Mentre l'inserviente pigiava il bottone mi sistemai distrattamente il pacco, un gesto che normalmente non faccio in pubblico, ma che in quel momento mi venne naturale. Il cameriere, a cui il gesto non era sfuggito, schiacciò subito il bottone dell'ALT e disse:

ŤAvendole assegnato una camera al primo piano, pensavo che non fosse interessato al nostro trattamento standard... ť

Io non riuscivo a capire e stavo zitto.

Ť... In ogni caso potrĂ pagare poi alla reception. Desidera A, B o C? ť

Ero cosĂŹ esterrefatto che non riuscivo a dire una parola. Ma anche quel mio silenzio, evidentemente, aveva un significato.

Il cameriere cominciò a spogliarsi, con un'aria impassibile. In due minuti era completamente nudo, a capo chino, inginocchiato di fronte a me. Tutto si svolgeva nell'ascensore bloccato fra il piano terra e il primo piano.

ŤAttendo le sue istruzioni, Padrone ť disse con voce sommessa.

A quel punto, pur non capendo le regole del gioco, volevo approfittare della situazione. Mi appoggiai a una parete dell'ascensore e allargai le gambe. Il cameriere, quasi automaticamente, si avvicinò e cominciò a leccarmi i pantaloni in corrispondenza del cazzo, che nel frattempo si stava indurendo. Dato che io non facevo nulla, quello andò avanti cosÏ per venti minuti, tenendomi per le cosce con le mai, finchÊ riuscÏ a farmi venire, impregnando le mutande di sperma. Avvertito il mio orgasmo, si alzò, si rivestÏ, schiacciò il pulsante del primo piano e come se niente fosse mi accompagnò in camera. Prima di entrare mi disse:

ŤLei saprĂ che il primo piano è dedicato ai clienti non standard, avventizi. Preferisce cambiare piano e avere cosĂŹ accesso a tutti i nostri trattamenti? ť

ŤNo, grazie. Va bene cosĂŹ ť

Senza aggiungere una parola mi fece entrare e poi si allontanò.

Naturalmente la curiositĂ mi riprese la sera, di ritorno dal congresso. Entrai e mi diressi con passo deciso agli ascensori.

Schiacciai non il primo ma un pulsante a caso piÚ in alto, che risultò essere il trentaquattresimo.

Uscito, vidi che lungo tutto il corridoio stavano sull'attenti, a distanza di circa tre metri uno dall'altro, dei camerieri in divisa grigia, sguardo fisso nel vuoto. Cominciai a camminare e ad esaminarli. Vidi che erano tutti bei tipi fra i venti e i trent'anni.

Ma dove diavolo ero capitato?

Mi fermai di fronte a uno che mi piaceva particolarmente.

Esitai, ma infine mi decisi e gli appoggiai una mano sul pacco, come a soppesarglielo. Subito disse: ŤVuol favorirmi la chiave della sua stanza? ť. Constatato che si trattava di una camera del primo piano, disse: ŤĂˆ un nuovo cliente? ť

ŤSĂŹ ť

ŤPuò favorire la carta di credito, per favore? ť

Gliela diedi, ormai deciso ad andare fino in fondo.

La inserÏ in una fessura del muro, che la risputò fuori dopo qualche secondo. Lui la prese e se la mise nel taschino della divisa. Me l'avrebbe restituita poi?

Si aprÏ la cerniera e tirò fuori il cazzo, un bel salsiccione ancora morbido.

I suoi colleghi restarono impassibili.

Da una camera sentii provenire un mugolio di piacere.

Siccome il mio cameriere restava impassibile, dritto e con lo sguardo all'orizzonte, pur col cazzo al vento, gli dissi: ŤPuoi condurre tu? ť

ReagĂŹ immediatamente. Mi diede due ceffoni, tirò fuori da una tasca un collare col guinzaglio, me lo mise al collo, si rinfilò il cazzo nei pantaloni e disse: ŤSeguimi, bastardo ť.

Avevo un po' paura. Provai a dire: ŤVoglio andare... ť ma la risposta fu secca:

ŤTaci, cane, devi chiedere il permesso per parlare. Potrai tornare a condurre solo dopo che sarai venuto, chiaro? ť

Siccome non rispondevo nulla mi mollò altri due ceffoni e disse: ŤDevi rispondere "SĂŹ, Master"!!! ť

Mi fece entrare nella camera 34/65. Mi spinse contro un cavalletto e iniziò a sculacciarmi di santa ragione. Mentre le prendevo sentivo che il buco del culo si riscaldava e si apriva sempre di piĂš. Lui diceva: ŤNon rispondi? Continui a non rispondere? Devi dire "Grazie!" Capito? ť

Quando cominciai a sentire le chiappe che mi bruciavano dissi: ŤGrazie, Master ť e lui si fermò.

Con uno strattone al collare mi fece raddrizzare e disse: ŤOra spogliati e masturbati. ť

Mentre mi spogliavo prese da un cassetto un frustino da cavallo e cominciò a frustarmi sulla schiena, sul culo, sui capezzoli.

ŤSdraiati a terra e masturbati! ť

Mentre mi carezzavo le palle vidi che si stava tirando fuori l'uccello, mentre era a gambe larghe in piedi sopra di me. Ce l'aveva molle, ma era grande.

Improvvisamente mi sentii investire da zampilli caldi. Mi stava pisciando addosso. Sentii un grande calore salirmi al cazzo, sul quale stava concentrando il suo getto, e venni mentre continuava quella doccia calda sulle mani e sul cazzo pulsante. Fu bellissimo.

A quel punto si risistemò e si rimise sull'attenti, fuori dalla camera.

Andai in bagno e mi feci una doccia. Mentre l'acqua mi scrosciava sui capelli pensavo. Era una specie di enorme bordello? Che rapporto c'era fra tutti quei camerieri e il padrone dell'albergo?

Dopo essermi ripreso la chiave della mia camera al primo piano, e dopo aver fregato quella della 34/65, tornai nella mia camera 1/22.

Poi mi ricordai della carta di credito. Era rimasta nel taschino del cameriere. Mi mossi in fretta. Tornai al 34 ° piano, ma lui, davanti alla 34/65, non c'era piĂš. Ero preoccupato, ma anche affascinato da tutta quella sfilza di giovanotti in divisa. Ma ce n'erano cosĂŹ tanti a ogni piano?

Preso dalla curiositĂ tornai in ascensore e schiacciai il 62.

Anche qui stesso spettacolo, ma le divise erano azzurrine. Feci un giro esplorativo, notando che questi avevano tutti il pacco piĂš gonfio degli altri che avevo visto al 34 °. Mi venne un'intuizione. Andai all'ultimo piano.

Qui erano tutti in divisa nera, di pelle, e avevano dei pacchi enormi. Volli verificare subito se era tutta roba vera. Mi fermai davanti a uno e senza dire nulla gli aprii la cerniera. Sotto aveva un jockstrap stracolmo. Tirai fuori tutta quella roba e vidi una mazza veramente fuori misura. Il tipo si lasciava fare senza dire una parola. Provai a muoverlo un po'. Andava irrigidendosi. A quel punto mi chiese la chiave. Gli diedi quella della 34/65, in modo che pensasse avessi il conto giĂ aperto. Continuai a masturbarlo finchĂŠ non fu bello duro, e constatai, come mi aspettavo, che era molto lungo ma non si alzava. Restava giĂš, un enorme batacchio di marmo.

Continuando a tenerglielo in mano, lo guardai negli occhi e gli dissi, con tono autoritario: ŤVoglio che mi porti dal tuo padrone ť. Ero deciso a scoprire la vera natura di quell'hotel.

Sembrò molto imbarazzato da questa richiesta, che evidentemente non si aspettava.

ŤMa Signore, lei sa che non... ť

ŤZitto, porco! Obbedisci o te lo stacco a morsi, tutto questo cazzo di merda! ť (ero diventato proprio cattivo)

Lui allora chinò la testa e disse:

ŤCome desidera, Padrone ť

Mi condusse nell'ultima porta in fondo al corridoio. Entrati, vidi un grande ambiente. Al centro una specie di trono, dove un uomo nudo, con stivali e cappello di pelle stava seduto a gambe larghe e braccia aperte appoggiate ai braccioli. Sei uomini si stavano occupando di lui. Due, completamente nudi, ai lati, uno gli succhiava il capezzolo sinistro, l'altro quello destro. Ai suoi piedi, in ginocchio, due stalloni si stavano occupando del suo cazzo (uno leccava il gambo, l'altro la cappella). Gli altri due leccavano gli stivali. In piedi, un giovane biondo con spalle lucide e turgide frustava quelli che non si davano abbastanza da fare, insultandoli:

ŤForza con quella lingua, troie! ť e menava sonori fendenti sulle loro schiene e sui loro culi.

Accortosi della nostra presenza, il giovane con la frusta urlò:

ŤCosa? Chi vi ha detto di entrare?!! F85, che cazzo fai? ť

ŤMa signore, è stato il cliente qui che mi intimato di... ť

ŤF85, mettiti al muro. Con te faremo i conti dopo. Lei, venga subito qui! ť

Diceva a me, ma non ero mica tanto fesso da entrare!

Me la diedi a gambe, e sentii che il tizio dava ordini sul cellulare: ŤNon fatevelo sfuggire. Lo voglio vivo. ť

Riuscii a infilarmi in un ascensore prima che uno dei cazzuti in nero mi bloccasse. Schiacciai il primo piano. Mentre scendevo il cuore mi batteva a mille. Arrivato, come le porte si aprirono trovai un signore in impermeabile che voleva entrare e un cameriere in divisa bordot che mi guardava con aria feroce. Spinsi il signore contro il cameriere. Caddero uno sull'altro. Io riuscii correndo a raggiungere la mia stanza. Chiusi l'uscio e mi barricai dentro.

Dopo poco, il telefono.

ŤNon ti illudere di poter chiamare la polizia. Dopo questa telefonata il tuo apparecchio verrĂ disattivato. Ti avverto: ormai che hai capito come funziona l'albergo, ma non sembri voler stare alle nostre regole, non ti sarĂ piĂš permesso uscire. I ribelli, qui dentro, vengono addestrati e reclutati a forza. Diventerai un cameriere come tutti gli altri, obbediente e servizievole con qualsiasi cliente ti si presenti, pronto a soddisfare ogni desiderio e a ricoprire qualsiasi ruolo. ť

ŤE se mi rifiutassi? ť

ŤVerresti ucciso, è molto semplice. Ma te lo sconsiglio, perchĂŠ prima di morire saresti usato per soddisfare alcuni clienti ai quali piace il gioco cruento... Ah, dimenticavo, non tentare di aprire la finestra e chiedere aiuto. Ogni tua mossa è controllata dai nostri monitor, e se fai qualche scherzo immettiamo immediatamente gas letale nella tua stanza. ť

Dopo una breve pausa di riflessione, mi resi conto che non avevo alternative. Mi sentivo in trappola, ma anche eccitato al pensiero che da quel momento la mia vita sarebbe stata tutta dedicata al sesso, fatto poi con un addestramento preciso, un codice di comportamento e di comunicazione... insomma un vero e proprio training, che sarebbe stato sicuramente formativo...

Mentre sentivo che qualcuno stava buttando giÚ la porta mi spogliai e mi appoggiai al tavolo, il buco del culo bene in vista. Presentivo cosa mi sarebbe successo, e non mi sbagliavo. La prima "lezione" stava per cominciare. Qualcuno, alle mie spalle, entrò nella stanza. Preferivo non guardare, ma erano sicuramente piÚ di uno. Una sonora sculacciata mi dilatò immediatamente, una manata di crema lubrificante, cacciata su da due dita nerborute, e poi un'inesorabile, lenta, irresistibile penetrazione di una verga enorme. Aggrappato al tavolo, appoggiai la testa, rassegnato al piacere che gradualmente cresceva dentro di me sotto le spinte sempre piÚ forti che mi scuotevano e mi facevano capire quanto ancora avevo da imparare...

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