DISCLAIMER: The following story is a fictional account of young teenage boys who are in love. There are references and graphic descriptions of gay sex involving minors, and anyone who is uncomfortable with this should obviously not be reading it. All characters are fictional and any resemblance to real people is purely coincidental. Although the story takes place in actual locations and establishments, the author takes full responsibility for all events described and these are not in any way meant to reflect the activities of real individuals or institutions. The author retains full copyright of this story.
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Il vincitore prende tutto
Nel 1980 accaddero due avvenimenti importanti e in un certo senso collegati tra loro. Il 21 di luglio gli ABBA lanciarono la canzone "The Winner Takes It All" e il 10 di novembre Sam De Palo mi spiegò con molti particolari il significato che quella canzone aveva per lui.
Accadde nello spogliatoio del vecchio campo sportivo dopo l'allenamento della nostra squadra di baseball.
Sam e io ci eravamo quasi presi a botte durante la partitella alla fine dell'allenamento. Non era la prima volta che avevamo avuto degli screzi, ma era la prima volta che l'allenatore, molto improvvisato, l'aveva notato e si era incazzato, tanto da farci restare sul campo, mentre gli altri rientravano negli spogliatoi. Era seguita una specie di predica sullo spirito di squadra e poi, a sorpresa, l'annuncio che avremmo dovuto decidere fra noi due chi sarebbe stato il nuovo capitano della squadra.
"Per me andreste bene tutti e due, ma il capitano deve essere uno solo. Meritate entrambi di esserlo, ma dovete deciderlo voi."
Dopo tutto il discorso e l'ultima raccomandazione, quel codardo dell'allenatore, incapace di prendere decisioni, ci fece fare quattro giri di campo di corsa, perché ce lo ricordassimo bene.
Sam aveva sedici anni come me ed era arrivato all'inizio dell'estate nella nostra città dagli Stati Uniti dov'era nato ed aveva sempre vissuto, finché i genitori, di origine italiana, avevano deciso di tornare a vivere in Italia. Oltre all'inglese che era la sua lingua madre, parlava un grammelot di italiano, inglese e dialetto della nostra città, che, come in tutte le case di emigrati, era la lingua che parlavano in casa, quando non usavano l'inglese. In quei pochi mesi aveva cercato di imparare l'italiano, ma doveva fare ancora molta strada. Quando aveva scoperto che in città esisteva una squadra juniores di baseball, si era subito presentato e l'allenatore l'aveva subito preso, non credendo ai propri occhi per la fortuna che gli era capitata, perché Sam De Palo che, negli Stati Uniti sarebbe stato bravino, da noi era un fenomeno.
Avevamo cominciato a giocare a baseball l'anno precedente. Eravamo un gruppo di ragazzini un po' eccentrici che aveva trovato una società di atletica che aveva creduto in loro e un ex emigrato che da giovane aveva fatto giocato per una qualche squadra di baseball negli USA e aveva voluto finanziarci in qualche modo. Dopo i primi tentativi, quell'anno era stato organizzato un torneo juniores a livello regionale a cui noi avremmo partecipato. Sam era indubbiamente arrivato al momento giusto, anche se stava per soffiarmi il posto di capitano al quale aspiravo per tutto l'impegno profuso nell'organizzare la squadra e perché ero un poco bravo anch'io.
Sebbene fossimo compagni di squadra, non eravamo mai andati d'accordo. Lui era certo di essere il migliore e forse lo era davvero. Ma io avevo faticato per un anno a convincere i miei amici a giocare a baseball, l'ex emigrato a finanziarci, a costituire la squadra e arrivare all'iscrizione al torneo. Pensavo per tutto questo di meritarmi la fascia di capitano.
Quel giorno eravamo stanchi tutti e due, lui mi era venuto addosso e mi aveva fatto inciampare, io gli avevo dato una spinta e poi lui ne aveva data una a me, finché l'allenatore non ci aveva gridato dietro di smetterla immediatamente.
Alla fine dei giri di campo, ci siamo diretti negli spogliatoi che erano già deserti. Era sparito anche l'allenatore che aveva lasciato sulla borsa di Sam le chiavi del campo, segno che eravamo proprio soli e che di Sam si fidava più che di me.
Sentii Sam borbottare qualcosa.
"Fuck, fuck..." ripeteva e mi sembrava proprio incazzato.
Me ne rallegrai, presi il mio asciugamano e mi diressi verso le docce. Avevo appena infilato la testa sotto lo spruzzo, bagnandomi i capelli, quando lui entrò nella stanza delle docce. Strizzai gli occhi e lo guardai. Ero ancora molto arrabbiato e pieno di risentimento verso di lui che era venuto da chissà dove a rubare il posto che tutti dicevano doveva essere mio.
Sam era qualche centimetro più alto di me e un po' più robusto, tutto muscoli. Anch'io praticavo ogni tipo di sport e avevo una buona struttura muscolare, certamente non come la sua e non ero bravo come lui, ma ero ben accetto a tutta la squadra, perché tutti erano miei amici e non suoi. Il fatto che lui fosse bravo a lanciare non giustificava quell'indecisione nella scelta da parte dell'allenatore. C'era forse qualcosa in lui che lo rendeva preferibile a me? In un certo senso sapevo di cosa si trattasse e questo era uno dei motivi per cui ero incazzato. Sam aveva una presenza, una specie di aura, qualcosa che sembrava proprio gridare: "Sono un duro! Sono un bastardo!", che io certamente non avevo.
Aprì la doccia e si infilò sotto lo spruzzo anche lui.
Mi lavai subito i capelli, cercando di ignorarlo, di non considerare la sua presenza nella stanza. All'improvviso mi parve di sentire quello che sembrava un ringhio, un suono rabbioso e ostile. Guardai nella sua direzione e Sam mi stava fissando. I suoi occhi scuri sembravano trafiggermi, attraverso i ricci neri dei capelli che grondavano acqua. Mi guardava fisso, mentre io sconsideratamente lasciavo scorrere lo sguardo sul suo torace muscoloso che si espandeva e si contraeva per i suoi respiri profondi. Sembrava che stesse cercando di calmarsi.
"Oh, fuck!" lo sentii gridare.
Fece i tre passi che ci dividevano
"It's time to settle... è... è l'ora di sistemare la questione, qui and now!"
"Che dici, cosa intendi?" chiesi io che ancora non capivo.
Ero un po' intimidito da quel suo atteggiamento così minaccioso.
"Me and you! Mo... adesso! We settle... il capitano... sistemiamo tra noi, me and you!" e allungò una mano per spingermi. Sbattetti contro la parete di mattonelle che era dietro di me, questo mi fece ribollire il sangue.
"Bene, cazzo! Lo sistemeremo!" gli urlai.
Mi avvicinai e gli afferrai braccio, poi sentii la sua mano bloccarmi la spalla.
"But... The Winner Takes It All" grugnì "You know, ABBA, the song? OK? Affare? Deal?" e mi tese la mano.
Ovviamente conoscevo la canzone, ma non capivo cosa intendesse. Voleva davvero giocarsi il ruolo di capitano lottando lì, nelle docce? Forse avremmo sistemato anche il nostro rapporto una volta per tutte. Con la mente annebbiata dalla rabbia, dal dolore alla spalla con cui avevo sbattuto, pensai davvero di poterlo battere e non vedevo l'ora di metterlo al suo posto, arrogante com'era.
"Hai detto bene, testa di cazzo!" urlai, mentre, rifiutando la mano tesa, lo spingevo con la schiena verso la parete opposta.
Ebbi la freddezza di chiudere il rubinetto della doccia e me ne congratulai con me stesso. Con la coda dell'occhio notai che anche lui faceva lo stesso e gli andai incontro.
Poi vidi anche il suo ghigno spietato e lui che in un attimo mi buttava a terra con uno sgambetto. Mi fu subito addosso e lottammo selvaggiamente qualche minuto. Per tre volte credetti di averlo bloccato, di poterlo costringere alla resa, ma riusciva sempre a sfilarsi dalla mia stretta. L'acqua che era per terra rendeva tutto scivoloso e lottare sul pavimento di piastrelle era difficile e anche doloroso.
L'ultima volta in cui pensai di averlo immobilizzato, sentii il suo corpo rilassarsi per un attimo, ma era un trucco. Prima che me ne accorgessi, ero a pancia sotto sul pavimento, con il braccio destro piegato dietro le spalle e il suo peso tutto su di me. Provai a liberarmi, ma Sam mi strinse di più il braccio.
" Submit...!" disse nel suo inglese "eh... arrenditi! Fuck!"
"Vaffanculo!" urlai, dimenandomi.
"No... but... yeah... forse vaffanculo, is good!" rispose lui arrivando a sorridere "Remember, The Winner Takes It All... ah... il vincitore... ehm... prende tutto, ricordi? Tutto!"
Smisi di lottare, ma non elaborai davvero quello che stava dicendo.
"Va bene, Sam, cazzo, hai vinto. Ti faccio fare il capitano, ma adesso però fammi alzare, OK?" dissi ancora affannato.
Sam non lasciò la presa e usò la momentanea rilassatezza per forzare un ginocchio tra le mie gambe. Allo stesso tempo, mi afferrò anche il polso sinistro e piegò anche l'altro braccio dietro di me. Provai a irrigidirmi, ma era troppo tardi e non riuscii a prevenire il secondo ginocchio che mi allargava definitivamente le gambe. Sentii il suo corpo scivolare contro il mio e improvvisamente mi resi conto che il suo cazzo era duro e mi scivolava lungo la fessura del culo. Sam si abbassò finché la sua bocca non fu vicina al mio orecchio.
"The Winner Takes It All" mi bisbigliò lentamente nell'orecchio "Your assi s mine... Il tuo culo... è mio, Cristiano. You're my boy, now! Tu sei... il mio ragazzo, now... remember... The Winner Takes It All!"
"Cazzo no!" urlai "Non puoi farlo, Sam! Non puoi!" e mi sbagliavo.
Ci stava già provando, sentii i suoi fianchi sollevarsi e il suo cazzo muoversi e scivolare verso il basso, fino al buco, dove si fermò e poi avvertii la spinta, in un posto che quasi mi vergognavo di toccare.
"No, Sam, no!" urlai.
"A deal is a deal... remember, ragazzo?" chiese "Tu... hai accettato."
Aveva ragione, avevo accettato e ne stavo pagando le conseguenze. Questo era il suo modo di porsi ai vertici della catena alimentare, pensai. Avevo perso ed era tempo che mi sottomettessi nel modo in cui voleva lui. Se fossimo stati due cervi, dopo la lotta, il perdente avrebbe abbandonato il branco, pensai stupidamente, perché non eravamo due cervi. E tutto questo, mentre il suo cazzo cominciava a farsi strada.
"Take it like a man... pussyboy!" stava dicendo lui, insultandomi, ne ero certo "Fai l'uomo..., now..." mi spiegò, caso mai non l'avessi capito "e, dopo che ti ho scopato, tu... non mi... sfidare di nuovo, ragazzo" e mentre ancora parlava, continuava a spingere in avanti "I'll fuck all the fight out of you..." aggiunse con voce minacciosa ed io non le capii esattamente, ma immaginai il senso di quelle ultime parole "non avrai più le palle per combattere..."
Il suo cazzo lubrificato dall'acqua, dal sudore e da quel poco di sapone rimasto lentamente scivolò, fu spinto. Improvvisamente non sentii più il pavimento contro cui ero schiacciato, ma il dolore terribile della penetrazione.
"Don't fight it, Cristiano. Apri il culo... è più facile... per te... io non mi fermo!" disse, mentre io cercavo ancora di lottare, poi disse qualcosa che mi bloccò "So che ti piace... you like it, don't you?"
Quelle parole mi sorpresero.
"Cosa? Che cazzo... no!" gridai con quanto fiato avevo in gola, ma la sorpresa mi aveva distratto e Sam ne approfittò per spingere il suo cazzo e la cappella forzò la sua strada dentro di me.
Stava accadendo, mi stava davvero inculando. Prima del dolore, sentii le lacrime scivolarmi sulle guance. Avevo gridato, speravo stupidamente che qualcuno mi sentisse. Poi il pensiero di essere visto in quella situazione, bloccato sul pavimento con il cazzo di Sam nel culo, mi fece smettere anche di gridare.
E lui sembrava sapere cosa stessi pensando.
"Non c'è più nessuno qua, you're fucked, boy! Ti sto inculando, ragazzo... Fuck... io ho le chiavi..." aggiunse con una nota di divertimento nella voce "l'allenatore... gli ho detto che sistemavamo le cose tra noi... e se n'è andato con tutti gli altri. Non c'è nessuno... to save you... ma tu non vuoi che ti... salvano... isn't it?"
Potevo sentire una sorta di presa in giro nella sua voce, mentre lo diceva e poi lo sentii spingere, forzare, mettermi dentro ancora centimetri del suo cazzo, muovendosi più in profondità. Emisi un gemito. Le sue gambe scivolarono sotto le mie e lo sentii come avvolgermi. In realtà con quella presa, riuscì ad allargarmi di più le gambe e a poter spingere di più.
Mi ritrovai a chiedermi quanto fosse grande il suo il cazzo. Mi pareva che mi stesse aprendo, spaccando ed ero certo che non fosse ancora tutto dentro. E poi risentivo le sue parole.
Davvero lo volevo anch'io? E come l'aveva capito?
"Oh... per favore, Sam... per favore..."
Ero disperato, per quello che mi stava accadendo e per quello che anch'io avevo appena capito e che Sam aveva ben compreso. Ne ero consapevole e solo adesso l'avevo accettato?
Non sapendo cos'altro fare, mi lasciai andare, inerte, sotto di lui e Sam ne approfittò, stese velocemente le mie braccia finché non mi ritrovai come in croce, con i polsi bloccati sopra la testa e le gambe allargate. Lo sentivo aderire con tutto il suo corpo, pareva che premesse ogni centimetro della sua pelle contro la mia. E sentivo il suo cazzo dentro di me, non avevo mai provato niente così intimo e allo stesso tempo degradante e doloroso. Ero diventato la sua fichetta ed ero anche il suo cuscino sul pavimento duro.
Dopo che si fu sistemato come voleva, mi schiacciò col torace muscoloso sulla schiena, sollevò i fianchi e con un colpo secco, mi infilò quello che non era ancora entrato. Ma quanto era lungo? Mi sentii arrossire all'idea.
"Oh, fuck... mo... ti sto completamente dentro, Cristiano..." c'era quasi orgoglio nella sua voce "My pussyboy! Adesso... il tuo culo è una fica... tu hai la fica..." e rise della sua battuta "Fuck... you're tight... come sei stretto! E io sono il primo? I'm your first! Isn't it? Oh... fuck!" e c'era perfino orgoglio nella sua voce per avermi sverginato "Si, cazzo... sono il primo! You know... we say... I'd pop your cherry... è come sverginare... I can't believe..." era entusiasta, mentre continuava scoparmi "non ci credo!"
Poi sentii i denti serrarsi sul mio collo, mi stava mordendo, mi stava segnando, come una cagna. Con tutto quello che mi stava accadendo, le sue parole concitate mi colpirono.
"Cosa vuoi dire, che non ci credi?" chiesi "Io non mi faccio scopare dai ragazzi!" urlai.
"What...? Che... è questo?"
Potevo sentire il sorriso nella sua voce, mentre infilava una mano sotto il mio corpo e andò a cercarmi il cazzo che trovò duro, come non lo era mai stato. Poi si ritrasse un po' e mi diede una spinta più forte, strappandomi un grido.
"Ho visto come mi guardi... a me e gli altri ragazzi... così ho pensato che uno di loro... avesse già usato questo buco..." e con il bacino diede un'altra serie di spinte che mi fece venire altre lacrime agli occhi "Però... mi piace... your cherry..." lo tirò quasi fuori e poi lo spinse dentro con cattiveria, con furia "you're a faggot!"
Urlai di nuovo, allo spogliatoio vuoto, ma c'era una differenza, questo non era quasi più un grido di dolore.
"My cock feeling better up inside you, pussyboy?"
"Che cazzo dici?" feci io tra le lacrime.
"Il mio cazzo... te lo senti bene dentro, fichetta? Lo so... io lo sapevo che tu lo volevi... dalla prima volta che mi hai visto... tu non lo sapevi e io lo sapevo!" e rise ancora "Are you ready, ragazzo?" mi chiese, poi spinse infilandomi un'altra volta tutta la lunghezza del suo cazzo.
E allora cominciò a scoparmi davvero.
Sentii il suo respiro contro l'orecchio mentre lui riprendeva a parlare un uella sua lingua stramba.
"I'm fucking you, Cristiano. Ti ho sverginato... e adesso il tuo buco sarà per sempre la mia... pussy... la fichetta... il tuo culo adesso è la mia fichetta..." ero disorientato, dalle sensazioni che provavo, dal dolore, dalle sue parole offensive "Yeah, take it, faggot... hai il buco stretto, ma il mio cazzo ci entra bene... yeah, take my dick, boy!"
Sentivo il cazzo di Sam muoversi dentro di me, distruggendo dolcemente ogni resistenza dalla mia mente e dal mio corpo.
"Yeah... you`re born for this! Sei nato... per farti fottere... lo sapevo... dalla prima volta che ti ho visto."
"No... che cazzo... no!"
"Sure... you got all big and muscled... dico che sei grande e hai i muscoli, ma da quando ti ho visto, io lo sapevo che un giorno ti dovevo scopare... e ora quel giorno è arrivato. I'd fuck you... ti fotto nel culo and pump you full of my cum... e fra un poco ti metto la mia sborra nel culo. You're my fucktoy, now!" enfatizzò quest'ultima affermazione con una spinta più profonda dentro di me.
Ed io urlai ancora, con un gemito che definitivamente non era più di dolore.
"See? I told you that you wanted it... tu lo volevi... tu... tu lo volevi!" fece lui compiaciuto, con me che non potevo protestare, perché era la verità, che mormoravo incoerentemente di piacere sotto di lui "tu sei nato per farti scopare da me... come voglio io, I'm gonna do it all the time... lo farò sempre... da ora in poi sei il mio giocattolo, my fucktoy!"
Sam cominciò a sollevarsi, sentii che si alzava, perché il suo cazzo cominciò a sfilarsi. Mi alzai con lui e lo sentii ridacchiare mentre lo facevo. Capii che stavo arrossendo e pensai che nulla potesse essere più imbarazzante di essere scopati nel culo da un altro uomo, ma mi sbagliavo, perché provava, se possibile, ancora più vergogna all'idea che mi stesse piacendo.
Adesso eravamo alla pecorina, a quattro zampe, mentre Sam mi teneva per i fianchi per fottermi più comodamente. Cominciò a usare sempre più forza ed io dovevo cercare di reggermi per non scivolare sul pavimento bagnato.
La forza nelle spinte di Sam aumentava ed io già immaginavo cosa significasse, poi lui all'improvviso, si fermò. L'unico suono dentro la stanza era il suo ansimare, mentre teneva il cazzo dentro di me. Riuscì a calmare il respiro e dopo meno di un minuto lo sfilò così velocemente che sentii lo schiocco, mentre scivolava fuori da me. Emisi un gemito di delusione, sorprendendomi, vergognandomene subito, ma apparentemente non meravigliando Sam.
" Missing my cock already, Cristiano?" fece lui con quel tono ironico che stavo cominciando ad odiare "Voi froci... quando prendete un cazzo, you can't get enough... non vi basta mai!"
Ero completamente nelle sue mani, mi fece voltare e mi ritrovai con la schiena sulle mattonelle bagnate. Si inginocchiò allargandomi le gambe e finalmente riuscii a vedergli il cazzo che mi aveva sverginato. Non era grosso come avevo immaginato quando me lo stava infilando, anche se era più lungo del mio. Li potevo confrontare, perché erano a pochi centimetri uno dall'altro e ugualmente duri.
Mi sorrise, tenne gli occhi fissi sui miei, mentre mi afferrava le caviglie e le alzava. Vidi tendersi e gonfiarsi i muscoli del suo petto, mentre mi allargava e mi alzava le gambe, poi sentii la punta del suo cazzo spingere contro il buco. I suoi occhi sempre fissi nei miei. Con un colpo secco di bacino mi scivolò un'altra volta dentro, strappandomi un gemito di dolore e di piacere. Si avvicinò di più e mi lasciò riposare le gambe sulle sue spalle. Si chinò e spinse sulle mie gambe fino a piegarmi quasi in due.
I suoi fianchi ripresero a muoversi, ma i suoi occhi rimasero fissi nei miei, continuò a guardare attentamente la mia faccia, a rubare le mie espressioni mentre mi scopava, godendo di ciò che vedeva. Poi improvvisamente chiuse gli occhi e sollevò la testa. Potevo vedere la sua gola e più giù il petto e gli addominali fin dove il mio corpo cominciava a nascondere il suo. Sam emetteva grugniti ad ogni spinta, la sua mano si chiuse sulla mia gola, strinse, ma io non protestai. Entrambi sapevamo chi aveva il controllo. Aumentò la pressione fino a quando quasi non potei più respirare e solo allora mi lasciò il collo, non senza rivolgermi un sorriso di scherno.
La sua mano si spostò sul mio mento e le sue dita mi sfiorarono le labbra, premette con un dito. Mi fissava con uno sguardo di assoluta superiorità e dominio. Dischiusi le labbra e fui ricompensato da un suo sorriso, mentre mi passava il dito sui denti.
" I'm gonna use this hole later... questo buco... un'altra volta però..." sussurrò, mentre lasciava scivolare il dito nella mia bocca ed con grande vergogna glielo succhiai "you like it... ti piace!" disse ridendo.
Prima che potessi rispondere, se anche l'avessi voluto, sentii l'altra sua mano mi scivolare lungo il mio petto, poi più in basso sugli addominali, finché mi afferrò il cazzo duro, ancora sorprendendomi.
Non riuscivo a credere di poter essere duro mentre un altro ragazzo mi stava inculando. Sam però non sembrava affatto sorpreso.
"You love getting it up the ass from a real jock like me."
"Che cazzo dici..." urlai esasperato liberandomi del dito che tenevo ancora in bocca.
"Che ti piace..." e mi dette uno schiaffetto "prenderlo in culo" altro schiaffo più forte "da un vero uomo... atleta... come me" e ad ogni parola mi dette uno schiaffetto, mentre mi spingeva forte con il cazzo dentro al culo.
Sentire la sua mano sul cazzo fu come gettare benzina sul fuoco della mia eccitazione. Sam se ne accorse e lo lasciò subito andare, ma io l'afferrai con la mano destra e iniziai a menarmelo furiosamente. Dovevo sborrare e forse anche Sam sembrava capirlo.
" That's right, fuckboy... menati il cazzo, mentre io mi faccio il tuo culo... I wanna feel you shoot your load... yeah... voglio vedere... sentire che sborri... prima che io ti riempio il culo. Do it, faggot! Do it!"
Il suono della sua voce, le spinte sempre più forti che mi dava con il suo cazzo, furono troppo per me. Stavo per venire, da come arcuai la schiena anche Sam se ne accorse.
" Say my name, faggot!" urlò " ...my name... faggot... quando sborri!"
"Oh, oh, Sam", urlai anch'io "Sam! Sam!"
E continuai a urlare il suo nome, mentre il mio cazzo mi pompava fuori lo sperma schizzandomi petto e addominali. Sam mi teneva stretto per il bacino, piantato fermamente sul suo cazzo e mi stava scopando come un animale.
" Take it, faggot... il mio cazzo! Tu hai sborrato, ma adesso continui a prenderti il mio cazzo... until I decide to stop... io decido di finire!"
Dopo l'orgasmo avevo perso l'eccitazione, ma Sam continuava a scoparmi e sapeva ciò che mi stava facendo. Lui sapeva che dopo che un ragazzo sborra, l'ultima cosa che ha in mente è il sesso, ma continuava ad usare il mio corpo con violenza, per darsi piacere anche dopo che mi ero procurato il mio. Per un momento mi sembrò tutto troppo. Mi resi conto di essere diventato completamente rosso, per l'inimmaginabile imbarazzo che quella situazione mi stava procurando, per ciò che Sam mi aveva fatto, per quello che mi stava ancora facendo.
Ma Sam ignorò qualunque segnale o tentativo che facessi per svincolarmi, sottrarmi alla sua furia e continuò a scoparmi per qualche altro minuto.
Finché non sentii i miei sensi incredibilmente risvegliarsi e come rinascere l'attrazione per il bruto che stava ancora scopandomi, con il cazzo dentro il mio culo. Sentii il mio cazzo diventare di nuovo duro, già quasi completamente eretto. Vidi Sam avvicinare la sua faccia a pochi centimetri dalla mia, mentre il sudore cadeva dal naso e dal mento sul mio viso e sulle mie labbra. Con la lingua andai ad assaggiarlo quel sapore salato, mentre lui continuava a spingere dentro di me e ansimava, cercava di riprendere fiato. Capii che stava per sborrare.
Emettendo una specie di ruggito, finalmente si lasciò andare. Lo sentii come sprofondare dentro di me, seppellire il cazzo nelle mie viscere. Restò lì per un attimo, con tutto il corpo in tensione, poi il cazzo dentro di me si espanse, esplose e Sam iniziò a sparare il suo seme.
Contai quattro, cinque, poi sei contrazioni, si era piegato su di me e a metà di quell'orgasmo esplosivo, aprì gli occhi e mi ha guardò di nuovo, mentre continuava a riempirmi col suo sperma.
Alla fine, dopo che si fu calmato e senza una parola, si sollevò appoggiandosi all'indietro, con quel movimento, sfilò il cazzo dal mio culo ed io mi sentii subito vuoto, già mentre abbassavo le gambe sul pavimento. Guardai Sam che era ancora inginocchiato a fissarsi il cazzo che si stava ammosciando, poi lui si alzò, si avvicinò alle docce e aprì l'acqua, s'insaponò velocemente per togliersi di dosso il sudore. Io mi sentivo il culo allargato oltre ogni immaginazione, ma il mio cazzo era duro un'altra volta e scoprii di non desiderare altro che ricominciare a menarmelo e di masturbarmi rapidamente mentre guardavo il culo di Sam che si faceva la doccia.
Alla fine, prevalse la ragione e pensai che masturbarmi guardando Sam non fosse una buona idea. Mi alzai dolorosamente in ginocchio, perché ero tutto intorpidito.
Prima che potessi alzarmi in piedi, Sam si voltò. Ce l'aveva quasi duro un'altra volta e il suo sorriso era tornato, più cattivo che mai.
"E tu... là devi stare... così... cocksucker... come... eh... un succhiacazzi!"
Mi trascinai con le ginocchia, inspiegabilmente attratto dal suo cazzo, come se non avessi più nessuna volontà. Avevo già la bocca aperta per lo stupore e la lasciai aperta, inclinai solo un po' la testa, per poter guardare il bel viso di Sam, le gocce d'acqua ancora sulle sue guance che scorrevano suo mento deciso, risoluto. I suoi occhi neri fissi nei miei, un ghigno sulle labbra. Nella mia mente girava ancora la scena di quello che era appena successo e l'idea, il desiderio di quello che stavo per fare. Ero pronto, ero disposto a prenderglielo anche in bocca, per essere il suo succhiacazzi.
Osservavo da vicino lo stesso tubo di carne pulsante che mi aveva appena aperto il culo e che era ora a pochi centimetri dalla mia faccia. Vedevo una goccia di liquido che usciva dalla fessura. Mi sentii afferrare per i capelli, vidi avvicinarsi la punta del cazzo alla mia bocca che pronta ad avvolgere la cappella. Sentivo il calore della sua pelle e avvertivo un odore che non era riuscito a lavare sotto la doccia, un odore che capii con orrore mi apparteneva.
Alzai lo sguardo, lungo il braccio, notando distrattamente le vene che si gonfiavano sotto la pelle e sopra i muscoli potenti, poi cercai la faccia, quel sorriso cattivo che avevo visto prima e che c'era ancora.
" I didn't say you could... no, non succhiare adesso, faggot, e tu non lo fai se non te lo dico io. Fuck!"
"Sì, Sam. Capisco... sissignore" io lo dissi così, ma non credevo neppure di averlo detto.
Un sorriso gli illuminò la faccia, i denti bianchi che brillavano in contrasto con i lineamenti scuri, mentre manteneva la presa sui miei capelli, mi tirò fino a tornare sotto la doccia che riaprì.
Vedere il suo fisico compatto accentuò la mia eccitazione, non facendomi neppure sentire il dolore per i capelli che continuava comunque a tirare. Mentre lui si sciacquava con calma, io rimasi in ginocchio sul pavimento duro di piastrelle a prendere parte del getto che cadeva su di lui ed ero concentrato a guardare come l'acqua gli scivolava sulle spalle e alla vita affusolata e poi sulle natiche rotonde. Mi chiesi per un momento come sarebbe stato riuscire a infilare il mio cazzo in quel culo rotondo e sporgente, come lui aveva appena fatto con me, ma mi resi subito conto di quanto fosse improbabile che accadesse. I miei occhi seguirono le linee armoniose delle cosce ben sviluppate e coperte di peluria folta e scura che cresceva sugli stinchi e sui polpacci. I miei occhi avevano raggiunto le caviglie, quando improvvisamente lasciò andare la presa sui capelli e si mosse. Lo guardai prendere l'asciugamano, e poi scomparire negli spogliatoi. Restai in ginocchio, con il cazzo palpitante e duro che puntava dritto verso il soffitto.
E stavo già pensando di menarmelo velocemente, quando sentii Sam gridare dall'altra stanza.
"Hurry up, faggot! Io devo chiudere... qua. Fai presto!"
Mi sciacquai rapidamente con l'acqua fredda, sperando di diminuire l'erezione che avevo e poi anche di lavare la sua sborra che mi colava dal culo maltrattato e che un po' mi bruciava. Feci tutto di corsa e poi cercai di asciugarmi alla meglio. Nello spogliatoio Sam aveva indossato un paio di boxer bianchi che mettevano in risalto la sua pelle un po' scura. Lo guardai mentre indossava una maglietta bianca, che si adattava perfettamente al suo magnifico petto, mostrando tutti i muscoli e le curve e si stringeva sotto attorno alla vita. Mi avvicinai al mio borsone. Il mio cazzo era un po' più morbido ed entrò docilmente negli slip, mi infilai rapidamente anche il resto dei vestiti. Mentre mi allacciavo le scarpe, Sam continuava a borbottare di sbrigarmi per poter andarsene. Io cercavo di ubbidirgli senza protestare.
Chiudemmo lo spogliatoio ed io seguii ogni suo movimento, quasi ipnotizzato dal gioco dei suoi muscoli, le braccia, la camicia attillata che aveva indossato e poi il giaccone informe, così di verso dall'abbigliamento di noi altri ragazzi.
Senza dire una parola, si voltò e si incamminò verso il centro. Lo seguii a una decina di metri, poi svoltai verso casa.
Quella sera le immagini, il pensiero di Sam occuparono completamente la mia mente. Mentre ero a letto, a luci spente, con gli occhi chiusi, vedevo il suo viso che mi fissava con il sudore gocciolante dal naso e dalle labbra socchiuse, quel tanto che potevo guardargli il bianco dei denti. Il suo petto sopra di me, che si espandeva per quel respiro fatto un momento prima di spingere tutto il cazzo dentro di me. Ancora, il momento in cui portava la testa all'indietro e tendeva il collo mentre raggiungeva l'orgasmo. Il mio cazzo già duro ebbe come un guizzo, allungai la mano e iniziai ad accarezzarlo. Provai a pensare alle tante ragazze, mie amiche con cui mi ero ogni tanto divertito, ma la mia mente continuava a tornare a Sam, a lui sotto la doccia con l'acqua che scorreva sulla sua pelle scura. Lui in piedi, accanto a me, la mia faccia a pochi centimetri dal suo cazzo duro, la sensazione del suo corpo contro il mio. Alla fine, fu il ricordo del suo cazzo che mi penetrava, le parole offensive mormoratemi nell'orecchio, mentre mi sverginava, il dolore iniziale mentre spingeva il cazzo dentro di me. Fu troppo e venni, bagnandomi anche un po' il pigiama che avevo alzato fin sotto le ascelle.
Dopo essere venuto, non riuscivo a credere a quello che mi era passato per la testa. Ero imbarazzato e umiliato da quello che mi aveva fatto e che mi ero fatto fare e anche perché era come se avessi una sua foto davanti agli occhi e nella mia mente. Non volevo che Sam mi rifacesse quello che mi aveva fatto. Mentre cercavo di asciugarmi con un fazzoletto, mi sentivo imbarazzato e confuso e in colpa e mi chiedevo quando l'avremmo rifatto.
Ed ero stato anche pronto a succhiargli il cazzo!
Il giorno dopo ero preoccupato mentre andavo a scuola. Frequentavamo lo stesso istituto, ma in classi diverse. Non lo vidi un giro.
Tutto andò bene, riuscii perfino a non pensare a quello era successo il giorno prima e ignorai anche il dolore che sentivo dentro al culo dopo tutto quello che avevo subito.
Nel pomeriggio avevamo un altro allenamento al campo sportivo e mi stavo già cambiando, quando Sam entrò. Ci guardammo e vidi lo stesso ghigno che avevo visto il giorno precedente.
Lui andò subito dall'allenatore per comunicargli la mia rinuncia al ruolo di capitano e, quando l'allenamento cominciò, notai che Sam era diventato per miracolo il nuovo punto di riferimento, svolgendo quel ruolo che io avevo ricoperto fino al giorno prima. All'inizio cercai anche di riprendermi il mio posto, ma tutte le volte che cercavo di discutere con lui non riuscivo a guardarlo neppure negli occhi. Avevo paura che se avessi insistito troppo, avrebbe potuto fare trapelare quello che era successo tra noi ed ero anche intimamente preoccupato che se avessi rivisto quel sorriso arrogante sul suo volto potesse riaffiorare quel desiderio di sottomettermi che ancora non capivo. E quell'idea me lo stava facendo diventare duro!
Alla fine dell'allenamento feci la doccia con il resto della squadra. Come al solito, tutti scherzavano e si prendevano in giro, ma io rimasi in silenzio. Rispondevo se ero interpellato e ridevo alle battute, ma la mia preoccupazione era per ciò che Sam poteva dire o fare che in qualche modo mi tradisse. Per fortuna, non ebbi nessuna reazione a vederlo nudo. Un'erezione davanti a tutti sarebbe stata difficile da spiegare. Era già successo a volte nelle docce, ma non a me. Poi mi sono reso conto che io stavo evitando di guardarmi attorno, perché vedere tutti i miei compagni di squadra nudi mi stava facendo effetto.
Erano tutti giovani sportivi e in buona forma, con anni di esercizio fisico che avevamo affrontato insieme per far parte della squadra. Per me erano sempre stati tutti amici e, nel caso di Sam, rivali. Adesso invece erano oggetti del desiderio e il mio cazzo se ne stava accorgendo. Era per quello che inconsciamente tenevo gli occhi fissi alle mattonelle del pavimento. Feci in fretta e cercai di andarmene prima possibile. Sam stava ancora facendosi la doccia, ma sapevo che mi stava guardando. Scoprii di aver paura di ciò che poteva accadere se fossimo rimasti soli un'altra volta nello spogliatoio, proprio nel posto in cui lui mi aveva sverginato meno di ventiquattro ore prima.
Mi rivestii in fretta e mi stavo infilando la giacca, quando Sam uscì dalla doccia. Lo guardai e vidi il suo corpo scuro e muscoloso, l'asciugamano bianco attorno al collo. Controllai il mio borsone, cercando di ignorarlo, ma Sam mi cercò con lo sguardo e io non potei fare a meno di guardarlo un'altra volta.
"Ehi... Cristiano, wait... aspetta. Devo dire una cosa... a te..." e fece daccapo quel sorriso.
Nessun altro ci prestava attenzione, ma io mi sentivo come se fossi stato preso a pugni nello stomaco.
"Uh, certo, Sam."
Non si sforzò di vestirsi, si limitò a fare casino con il suo borsone, sempre con l'asciugamano drappeggiato intorno al collo, solo quello a non coprire nulla. Aspettò finché l'ultimo degli altri fosse andato via, poi mi si avvicinò. Non ci potevo credere, ma mi resi conto che il mio cazzo stava diventando duro al solo vedere che il suo petto scuro e muscoloso, il corpo caldo e nudo. Che voleva da me?
Sam rimase lì a guardarmi, fece correre gli occhi sul mio corpo e, quando giunsero al mio grembo, vidi apparire un ghigno sulle sue labbra. Lui sapeva che ce l'avevo duro, perché i miei pantaloni non facevano nulla per nascondere il mio cazzo. Non sapevo che fare o dire, quindi l'ho solo guardato. I nostri occhi rimasero fissi e nessuno dei due si mosse per un po'.
Mi spazientii, volevo fare qualcosa, volevo quel cazzo in bocca o dove avrebbe deciso di infilarlo lui. Mi alzai, mi sfilai la maglia e la camicia e feci per abbassarmi i pantaloni.
" Not so fast, boy..." disse piano "No fretta..." e mi bloccai, sorpreso dal tono morbido della sua voce "gli altri... sono andati" fece un gesto verso la porta "and... io pensavo... fare quello che volevi... yesterday! Maybe... suck me?"
Alzai di nuovo lo sguardo, confuso. Vide la mia confusione e il suo sorriso si allargò.
"Come on, boy..." disse, sottolineando la parola "boy" come per prendermi in giro "Ieri tu... eri... in ginocchio. Tu... con la bocca... aperta... pronto a diventare il mio... cocksucker. Mo... ho deciso fai il... cocksucker... tu sarai... sarai? Si... sempre un cocksucker... "
"Ma di che cazzo stai parlando, Sam? Sei pazzo! Pensi che io ti voglia succhiare il cazzo? Hai perso la testa ... sei pazzo!" urlai.
"Shut up, boy!" urlò, quel tono, le sue parole mi bloccarono.
Sam parlava una lingua tutta sua. Stava facendo sforzi enormi per imparare l'italiano e in quattro mesi aveva fatto grandi progressi. Quando era calmo e non eccitato, riusciva a costruire frasi abbastanza corrette, ma in quei momenti per lui era difficile controllarsi tra italiano, inglese e gli inevitabili termini dialettali che infarcivano anche il linguaggio di noi ragazzi. Lo sentii tirare un respiro, come per calmarsi, per spiegare e, quando parlò, lo fece con grande calma e quasi in italiano.
"Ti ho guardato... molto... e... tu hai costruito un bel corpo..." fui contento che mi apprezzasse "tu... cerchi di essere un uomo, ma... ho visto come i tuoi occhi seguono i ragazzi nello spogliatoio e pure me, tu... mi guardi... all the time... in continuazione..." feci per protestare, ma lui mi interruppe con un cenno della mano "don't try... non provare a dire di no, you're a pussy... una fichetta, un finocchio! Ti ho scopato ieri e ti è piaciuto assai! Io... I popped your cherry... sverginato e ti ho riempito di sborra. Poi sei... on your... inginocchiato e volevi il mio cazzo in gola, ma io mi sono fermato. So don't try to tell me I'm crazy, io non sono pazzo... tu cerchi solo cazzi! Tu sei nato... per succhiare il cazzo di un vero uomo e prenderlo nel culo... Non perdere tempo a dire di no! Tu sei un finocchio e prendi i cazzi... Now strip... spogliati! "
Ero scioccato dal suo tono, dalle sue parole, dalla sicurezza con cui le disse, perché lui ci credeva e, peggio ancora, ci credetti anch'io, così ubbidii e quel piccolo livello di protezione che avevo guadagnato vestendomi, sparì in pochi secondi.
Mi ritrovai davanti a lui completamente nudo, con il cazzo duro che puntava verso l'alto e proclamava quanta verità ci fosse nelle sue parole. Arrossii, dovunque, credo che il mio corpo, solitamente piuttosto chiaro per carnagione fosse diventato tutto rosso per l'imbarazzo, ma non c'era niente che potessi fare per controllare la mia erezione. Vidi Sam squadrarmi, controllare tutto il mio corpo, poi di nuovo fissarmi, dritto negli occhi. Il suo ghigno era tornato.
"In ginocchio, you... fuckboy! E adesso, mo... tu diventi cocksucker... il succhiacazzi che sei nato per essere!"
Come se non avessi alcuna volontà mia, caddi in ginocchio sulle piastrelle dure del pavimento dello spogliatoio. E quella stava diventando per me una sensazione familiare. I miei occhi erano irrimediabilmente attratti dal suo corpo muscoloso, dalla faccia, dal collo forte, dai muscoli del petto, dai capezzoli marrone scuro, gli suoi addominali ben definiti e quel sentiero di peli neri che scendeva dall'ombelico per spargersi attorno al suo cazzo già duro e quasi pronto. Mentre lo guardavo, lo vidi come espandersi, pulsando con il battito del cuore, mentre finiva di indurirsi. Io non me ne resi conto, ma quando mi leccai le labbra, Sam lo notò e rise.
"Vedi, Cristiano? I told you... te l'ho detto. Sei un succhiacazzi nato! Per come ti sei preso il mio cazzo ieri nella tua boypussy... nella fichetta... dovrebbe essere la prova di cui hai bisogno. Ieri... prima hai pianto come una ragazza... come una qualsiasi bitch... come le troie che ho scopato in America. E adesso hai bisogno del mio cazzo in bocca... tanto quanto ieri nel tuo buco stretto. Piegati and lick the head... lecca... la testa... cappella... senza le mani... un bravo succhiacazzi può far venire un uomo solo con la bocca... senza mani."
Mi sporsi un po' in avanti, ipnotizzato dalla vista di quel corpo già così virile che torreggiava sopra di me e dal suo cazzo che pulsava a pochi centimetri dal mio viso. La mia lingua scivolò fuori dalla bocca per assaggiare la cappella e il liquido che già stillava dalla fessura. Ne presi una goccia e ottenni il mio primo vero assaggio di Sam. Fui sorpreso dal gusto, un po' salato. E restai ancora più sorpreso dalla mia reazione. Ne volevo ancora e di più! Sam aveva davvero ripreso il controllo, mi aveva messo in ginocchio con un solo comando e mi aveva infilato molto facilmente la testa del cazzo in bocca.
Il mio cazzo pulsava, la mia mano si mosse per afferrarlo.
"Dammit... Cristiano! Ho detto niente mani..." e mi diede uno schiaffo sonoro sulla guancia destra, mi colpì, ma io non protestai "Significa... tu non tocchi il tuo cazzetto, così come non tocchi il mio mancock... che è un cazzo grosso! Ti sei divertito ieri sera... hai giocato... ricordando il cazzone che ti ho infilato?"
Sgranai gli occhi, la mia espressione gli disse tutto e lui rise.
" Thought so... lo sapevo... OK, now... tu sei qui per farmi venire... non per sborrare tu stesso, quindi metti le mani dietro... le tue indietro... put your mouth and tongue to work... e metti bocca e lingua al lavoro!" e dicendolo mi accarezzava la faccia.
Feci come mi comandava e la grossa cappella mi scivolò sulla lingua lasciando una scia di fluido salato. Le mie labbra si chiusero attorno al bordo della grossa cappella. Con la lingua ne raspai la parte inferiore e fui ricompensato da un suo gemito. Iniziai a muovermi in avanti lentamente, non abituato ad avere qualcosa di così grande in bocca. Non riuscivo a credere che il giorno prima mi fosse davvero entrato nel culo, mi pareva troppo grande per esserci riuscito, ma sapevo di averlo preso tutto. Non sapevo che questa volta Sam avesse pianificato di piantarmelo altrettanto profondamente in gola.
All'inizio lui rimase lì a guardarmi, quasi con disprezzo mentre lavoravo per prendere il suo cazzo in bocca. Leccai, lambii, succhiai e sbavai sul suo tubo di carne, finché non lo bagnai completamente di saliva. Era caldo e duro, ma racchiuso nella pelle stranamente liscia e morbida che pulsava nella mia bocca. Mentre l'infilava sempre più in profondità, Sam gemette ancora.
"Ecco, Cristiano..." disse "tu sei un succhiacazzi nato... sei come una puttana vecchia..." e rise "Fuck... yeah... sì, cazzo, sì... succhiami tutto... fino in gola. Ti piace? Fra un poco avrai ciò che viene dalle mie palle... giù nella pancia... continua così... good boy... cazzo sì, lick... lick... lecca adesso..."
E le sue parole, invece di esasperarmi, mi eccitarono ancora di più e peggio. Non volevo altro che afferrare il mio cazzo e menarmelo, mentre succhiavo quella verga, ma tenni le mani bloccate dietro di me, perché così mi aveva ordinato lui.
Sentii le mani di Sam sulla testa, l'afferrò saldamente e cominciò a spingerla verso il suo grembo. Avevo già in bocca metà del suo cazzo e Sam mi spingeva ancora la testa, mentre lui muoveva i fianchi in avanti. La cappella toccò il fondo della mia bocca ed io lo guardai supplicandolo con gli occhi di non andare oltre. Forse si aspettava quello sguardo, ma non appena i nostri occhi si incontrarono, mi forzò ancora il suo cazzo in bocca.
Ebbi dei conati di vomito, mi sentii soffocare, mentre quella verga mi si allungava in gola più di quanto credessi possibile. Quella reazione sembrò eccitarlo ulteriormente, il mio disagio, proprio come il dolore che avevo provato quando mi stava inculando, lo eccitava ancora di più. Cercai di lottare, portai le mani avanti, per spingerlo, allontanarlo abbastanza da poter fare un respiro, ma lui mi teneva la testa stretta e non si mosse di un millimetro. Quando pensai che sarei svenuto o morto, tirò indietro i fianchi mi sbloccò la gola ed io riuscii a fare diversi respiri profondi, prima che lui mi spingesse ancora il cazzo in gola. Questa volta fu più facile. Stavo ancora soffocando, ma riuscivo a respirare in qualche modo. Sam si trattenne nella mia gola per almeno un minuto, prima di tirarlo fuori abbastanza da permettermi di respirare. Poi mi sorprese tirandolo fuori completamente.
Mi prese per i capelli e mi trascinò verso una panca, mi sollevò e mi fece mettere di schiena sul ripiano, con la testa in giù penzolante fuori dal bordo. Lo vidi abbassarsi di fronte alla mia faccia. Guardandolo da sotto il suo cazzo mi sembrò ancora più grosso, le palle pendevano nel loro sacco peloso e io le osservai mentre Sam afferrata la base del suo cazzo, puntò la cappella contro le mie labbra, spinse ed entrò. Chiusi gli occhi appena prima che le palle mi sbattessero contro la fronte. Sam non perse tempo e cominciò a scoparmi la bocca. I suoi colpi erano lunghi e ritmati, mi scivolava dentro fino alla base del cazzo con le labbra che battevano contro il pube, poi indietro fino a quando il bordo della cappella non si bloccava alle labbra.
Ad uno di questi passaggi si fermò, lo sentii sospirare.
"Io vengo da Quincy, vicino Boston in Massachusetts" mi informò "tre cose devi sapere... la prima è che là gli italiani sono considerati poco più che pezzi di merda, perciò, se vuoi rispetto, lo devi conquistare e lo devi difendere... secondo..." fece una pausa per darmi qualche altra botta, visto che continuava a tenermi il cazzo in bocca e fino in gola "ho inculato tutti i finocchi della mia scuola e anche qualcuno che non era finocchio o che non sapeva di esserlo..." e fece un'altra pausa per aggiustarmi meglio il cazzo in gola.
Avevo le lacrime agli occhi, mentre ascoltavo queste surreali confessioni, steso su una panca a testa in giù, con un grosso cazzo infilato in gola, una posizione insolita.
"Terzo, una cosa che sicuramente non sai è che... alla mia scuola giocavo a baseball, ma facevo anche wrestling... come dite voi? Lotta libera, si!"
Non aveva sbagliato una parola, né era mai scivolato nell'inglese e i concetti che aveva esposto erano ben chiari. Mi aveva preso per il culo, in tutti i sensi.
Continuò a scoparmi la bocca e con l'eccitazione che saliva e l'orgasmo che si avvicinava, cominciò lentamente a mormorare maledizioni contro di me e chiamandomi, credo, succhiacazzi, dicklicker e frocio o forse peggio, non capivo tutte le parole o parolacce che mi diceva e urlava in inglese. Io ero là sdraiato e prendevo il suo cazzo e tutti gli insulti. Non avevo altra scelta. Mi aveva preso la bocca come mi aveva preso il culo il giorno prima. Dopo un po' i suoi colpi aumentarono di velocità. Sapevo cosa sarebbe successo dopo.
"Gonna cum, boy... ti sborro in bocca! Swallow, fuckboy... you're gonna drink a real man's sperm... la sborra di un vero uomo... inghiotti tutto. What a fucking faggot you are... Cristiano, fottuto frocio. E hai provato e negarlo! Oh, fuck... Cristiano... pensa... la sborra che ti ho messo nel culo forse è uscita, ma quella di oggi ti rimarrà dentro... in te per sempre... ti piace? Ogni volta che mi vedi, quando mi guarderai, saprai che sono dentro di te... io lo so... that you digested a load of my hot cum... io lo so che tu hai digerito un carico della mia sborra calda! I'm inside you forever!"
Le mie mani si stringevano e si aprivano, non per protesta delle cose orribili che mi stava dicendo, ma per l'incontrollabile eccitazione che mi stava travolgendo. Questo stallone stava per venirmi in bocca ed io l'avrei fatto accadere, avrei ingoiato il suo sperma. Non riuscivo a credere a quello stavo pensando, ma sapevo che glielo avrei lasciato fare. Sam aveva smesso di parlare e respirava affannosamente. Sentii la sua mano sulla mia gola e sapevo che poteva sentire il ??suo cazzo muoversi dentro. Non stava più usando tanta forza. Afferrò i lati della panchina quando all'improvviso disse:
"Go ahead, Cristiano... menati il cazzetto di finocchio... è naturale... quando un uomo ti scopa in bocca."
Senza esitazione, mi afferrai il cazzo. Allo stesso tempo Sam mi prese il capezzolo sinistro e lo torse con violenza, lui emise un ruggito di piacere, ma forse anche di dominio e potere. Poi venimmo insieme.
Urlai anch'io, di dolore e di piacere e schizzai più forte di quanto avessi mai fatto, gli schizzai fino sul petto, ma Sam era così perso nel suo orgasmo che sono certo non lo notò e non mi importava.
"Eat me... boy! Eat my fucking cum... Mangia... la mia sborra! Yeah... ah! Take it all, cocksucker. You are mine, now, boy. Mouth, ass and everything else. I own you!" urlò ogni parola, travolto dall'orgasmo e nel momento della massima eccitazione, cedette completamente alla sua lingua madre.
Gli schizzi cominciarono a scendermi in gola, poi si spostò indietro e mi schizzò in bocca, ne sentii il sapore e infine sulla faccia. Sam respirava affannosamente, cercando di calmarsi, dopo l'orgasmo. Sentivo la sua sborra gocciolarmi sulle guance e la fronte, in bocca avevo un sapore amarognolo e salato. Mi aveva segnato dentro e fuori in un modo che non avrei mai immaginato. Prima sverginandomi, poi venendomi in bocca e infine coprendomi la faccia di sborra, lasciando la prova assoluta della sua virilità sul mio viso per contrassegnarmi come sua esclusiva proprietà. Lo vidi spremere le ultime gocce dal suo cazzo e una grossa goccia di sborra perlato apparve sulla punta. Senza che mi venisse ordinato, allungai la testa per leccarglielo.
Mi ricompensò con un sorriso, poi si alzò in piedi.
"I fucking own you, Cristiano... sei mio... fuckboy! Ti ho fatto bocca e culo! Don't you ever fucking forget it!"
E se ne andò verso le docce lasciandomi steso sulla panchina, con la testa penzoloni, coperto da un misto della sua e della mio sborra.
Riuscii lentamente a riprendere fiato, poi mi tirai su fino a sedermi, sentendo il suo sperma iniziare a colarmi giù sul viso. Mi guardai attorno in cerca del mio asciugamano.
FINE
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