Apprendista

By solostran1978

Published on Sep 11, 2013

Gay

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[Encounters][Non-English]

Il ragazzo che lavorava per l'impresa di traslochi si chiamava Lorenzo. Gli altri operai, più anziani, lo trattavano come spesso capita a un'apprendista: male. In effetti si dimenticava quello che doveva fare e spesso lasciava in giro gli attrezzi. Ogni volta il capo squadra gli urlava di svegliarsi e di darsi una mossa. Sentendoli parlare venni a sapere che quel giorno era il suo compleanno. A guardarlo non gli avrei dato diciotto anni. Il volto era ancora quello di un ragazzino e anche se cercava di imitare gli altri, grattandosi le palle e sputando per terra, l'espressione poco sveglia non lo aiutava a sembrare più maturo.

Indossava una maglietta nera senza le maniche, un paio di jeans tagliati sopra al ginocchio e delle Nike scure. Ogni tanto, mentre cercavo di fare ordine tra gli scatoloni, lo sorprendevo a fissarmi. Non appena se ne accorgeva voltava lo sguardo e si rimetteva al lavoro. Forse stava cercando un modo per attaccar bottone. Dopo tutto non avevo molti anni più di lui.

Quando venne il momento di imballare le cose della mia camera, lui si offrì volontario. Gli altri lo lasciarono fare perché dovevano ancora smontare i mobili del soggiorno. Entrando nella stanza lo vidi con in mano le mie scarpe da calcio: un paio di Adidas Predator. Le avevo acquistate poco prima che smettessi di giocare ed erano quasi nuove.

Senza dire una parola si affrettò a rimetterle nella scatola. Non dissi nulla, visto il trattamento che aveva ricevuto dagli altri per tutta la mattina. Verso l'ora di pranzo il capo squadra mi disse che sarebbero andati a mangiare. Io ne approfittai per mettere via i miei libri dell'università. Una volta arrivato nella nuova casa non volevo perdere tempo a cercarli. Le scatole delle mie scarpe erano ancora in giro e per curiosità cercai le Predator. Non c'erano. Piuttosto seccato uscii in giardino ma vicino al camion non c'era nessuno. Sapevo che avevano lasciato Lorenzo a custodire il mezzo. Feci il giro della casa e quando scesi in garage sentii dei suoni inequivocabili. Mi avvicinai senza far rumore.

Lo vidi tra gli scatoloni mentre si masturbava. Si era tolto la maglietta e indossava le mie Predator. Tenendo gli occhi chiusi gemeva e agitava il bacino come se stesse scopando qualcuno. Rimasi a guardarlo per qualche minuto. Le gambe muscolose erano tese. Nonostante la corporatura minuta i muscoli erano ben delineati e, a parte il cespuglio di peli biondi sopra l'uccello, era completamente glabro. Il mio sesso reagì all'istante. Vendendo quanto fossero sviluppate le sue gambe, rispetto al resto del corpo, capii che forse giocava a calcio. Lorenzo aprì gli occhi e quando mi vide rimase di sasso.

Sul suo volto leggevo imbarazzo, vergogna e paura. Non sapendo cosa fare coprì il pube con le mani. Il mio sguardo si posò sull'uccello troppo grosso per essere nascosto. Mi avvicinai. Si guardava intorno cercando una via di scampo. "Stai calmo." Inginocchiandomi gli scostai le mani. "Se fai quello che dico non lo dirò a nessuno." Sotto l'asta faceva bella mostra di sé lo scroto sodo. Presi in bocca la punta coperta di liquido preseminale e usando la lingua accarezzai il frenulo.

Quasi certamente era il primo pompino della sua vita. Il suo pube aveva un buon odore. Mi lavorai l'uccello senza fretta. I suoi gemiti si fecero più forti e iniziò a muovere il bacino. Lasciai che mi scopasse la bocca, poi afferrandogli le natiche lo tirai verso di me. Il suo respiro si fece rapido. Forse era da un po' che si stava masturbando, perché eruttò un quantitativo enorme di sperma. Rialzandomi assaporai il seme denso.

L'esperienza lo aveva sconvolto. Purtroppo non c'era tempo per fare altro. Gli passai la maglietta e quando si tolse le Predator gli dissi di tenerle. Le mise in un sacchetto che nascose tra gli scatoloni.

Next: Chapter 2


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