Rifiuti Umani

By solostran1978

Published on Feb 20, 2016

Gay

Disclaimer: This story is fiction. All persons depicted are just names, all actions are fiction. It deals with sex between consenting males. Any person under 18 or if you find this type of story offensive, or viewing this material is illegal where you are, then please do not read it! [Encounters][Non-English]

Arrivato a casa Petru ricevette un SMS da Luca: gli chiedeva se stesse bene. Sua madre, come al solito, gli aveva lasciato la cena sul tavolo. Decise di farsi una doccia. Spogliandosi vide che sulla felpa erano rimaste delle macchie. Si spogliò e mise tutto nella lavatrice. Dopo essersi lavato andò in camera e prese un paio di boxer. Si sentiva ancora eccitato per quanto era successo. Guardò la banconota da 50 euro che gli aveva dato Antonio. Non sapeva se sentirsi offeso o contento. Accettare quel denaro equivaleva ad ammettere di aver fatto sesso a pagamento. In fondo non ci trovò nulla di male. Entrambi si erano divertiti e per quanto lo riguardava era pronto a rifarlo.

[***]

Amir tornò dal fratello con il denaro. Evitò di dirgli che l'italiano gli aveva offerto un extra, se si fosse fatto succhiare l'uccello. Come promesso Murad gli diede parte della somma per il disturbo. Prima di salutarlo però gli disse che ci sarebbero state altre consegne. Amir, stringendo in mano i soldi, valutò la situazione. Opporsi significava il disastro. Era certo che il video sarebbe finito nelle mani dei genitori e la sola idea gli faceva venire la nausea. Senza contare cosa avrebbero pensato i suoi unici amici: Luca e Petru. Annuì senza dire niente, tanto sapeva che non sarebbe servito a nulla. Murad gli consegnò un vecchio Nokia con il quale tenersi in contatto. [***]

Luca ricevette la risposta di Petru in tarda serata. Gli scrisse soltanto che il giorno dopo sarebbe venuto a scuola. Dopo aver scoperto cosa era successo alle scarpe, aveva passato il pomeriggio pensando a cosa fare. Non sapeva se far finta di niente o se trovare il modo di dirgli che sapeva. Ignorando quale reazione potesse avere Petru, preferì lasciar perdere. Quella sera i suoi genitori erano usciti a cena con dei colleghi della banca. Lui fu ben felice di apprendere che non era richiesta la sua presenza. Dopo aver mangiato, decise che era il momento perfetto per "consacrare" le scarpe nuove.

Andò in camera e dopo essersi spogliato le indossò. Si guardò allo specchio a lungo, spostando i piedi in diverse posizioni. Calzavano davvero bene, peccato che fossero ancora nuove. A differenza di sua madre a lui le scarpe da ginnastica piacevano vissute. Per quello aveva scelto un modello in pelle, così con il tempo sarebbero apparsi i segni dell'usura. La prossima estate, un po' più rovinate e con i pantaloncini corti, sarebbero state perfette. Fece partire uno dei suoi video preferiti, dove due ragazzi facevano sesso con una bionda.

Lei dopo aver succhiato l'uccello di entrambi, si faceva penetrare da uno mentre con la bocca dava piacere all'altro. I due poi si cambiavano di posto, finché il più muscoloso si metteva dietro all'altro e iniziava a penetrarlo. Quella sequenza scatenava le sue fantasie più morbose. I due corpi che si muovevano all'unisono, i muscoli lucidi di sudore e cosa più importante: i loro gemiti. Sembrava che quello in mezzo stesse godendo come un pazzo. Quella doveva essere l'apoteosi del piacere. Fare sesso con una donna mentre ti stimolano la prostata. Verso la fine del video, quello più giovane si sdraiava sulla schiena. L'altro gli afferrava le gambe e riprendeva a scoparlo, mentre la donna sopra di lui gli prendeva in bocca l'asta, offrendogli la passera da leccare.

Luca si masturbava cercando di catturare ogni dettaglio. Spinse indietro la sedia e appoggiò i talloni sulla scrivania. Voleva avere una visuale completa del video e delle scarpe. Alzò il volume, tanto in casa non c'era nessuno. Mentre con la mano sinistra si toccava l'organo, con l'altra accarezzava i testicoli gonfi e duri. Fece scivolare le dita più in basso sino a sfiorare l'ano. Una scossa di piacere gli attraversò la colonna vertebrale.

Dato che conosceva il video a memoria rallentò il ritmo. L'orgasmo del tizio muscoloso non si fece attendere. Dopo essergli venuto dentro, si inginocchiava e allargandogli le natiche iniziava a leccare e succhiare il buco. Il momento in cui anche l'altro sarebbe esploso si stava avvicinando. Si tolse la scarpa destra, l'interno odorava ancora di nuovo. Ci infilò l'uccello facendo sfregare la parte superiore contro il glande. Regolando il ritmo con il video, riuscì a eiaculare in contemporanea. Come da copione si rimise la scarpa. Dopo un po' cambiò video e ripeté la cosa usando la scarpa sinistra.

[***]

Nelle settimane successive i tre amici ebbero meno occasioni di vedersi. Il più delle volte Amir diceva di avere da fare e li salutava usciti da scuola. Luca e Petru cercavano di mantenere il solito trantran, salvo le volte in cui anche Petru spariva senza dare spiegazioni. Accorgendosi che suo padre non si vedeva da un po', gli chiesero se c'era qualche problema. Petru, solo dopo molte insistenze, raccontò cosa era successo. Luca e Amir si convinsero che il suo comportamento ancora più strano fosse dovuto a quello.

Tuttavia, con il passare del tempo Luca iniziò a notare una cosa strana. Prima era lui quello che non aveva mai problemi di soldi. Quando andavano al cinema o a prendersi qualcosa, spesso era lui a offrire. Sapeva che le loro famiglie non se la passavano bene ed era contento di dividere con loro ciò che aveva. Ora entrambi avevano sempre soldi in tasca e spesso erano loro a pagare per lui. Inoltre Petru si era tagliato i capelli a spazzola e da qualche tempo frequentava una palestra.

Luca decise di iscriversi nella stessa palestra. Così poteva passare più tempo con l'amico. Usò come scusa il fatto che i suoi dicevano sempre che non faceva abbastanza esercizio fisico. Dovette insistere un po', perché la palestra si trovava in periferia, vicino a casa di Petru. Quando sua madre lo accompagnò per iscriversi, rimase sconvolta dal tipo di persone che la frequentava. Per lo più stranieri e meridionali. La prima volta che si cambiarono nello spogliatoio, Luca vide che l'amico aveva iniziato anche a radersi il pube. Cercando di sembrare il più naturale possibile, fece una battuta al riguardo. Petru gli rispose che così si sentiva più a suo agio.

In palestra c'erano altri ragazzi che avevano l'abitudine di farlo ma per lo più si trattava di fissati. Gente che passava il tempo a parlare di pesi, massa muscolare ed esercizi. Alcuni erano così grossi da sembrare una massa di palloncini e a Luca quel tipo di muscolatura non piaceva.

Per contro alcuni avevano dei corpi spettacolari, tanto da assomigliare a Brad Pitt in "Fight Club". Ecco, quello era il tipo di fisico che voleva. Lo disse a Mauro: uno degli istruttori. All'inizio l'aveva preso in giro, dicendogli che forse dopo 100 anni ce l'avrebbe fatta. Poi gli aveva dato un piano di allenamento mirato allo scopo. In passato, durante gli allenamenti di calcio, Petru cercava di rimanere nudo il meno possibile. Le prime volte andò a cambiarsi in bagno. Ora rimaneva nudo davanti a tutti senza il minimo imbarazzo.

A volte Luca aveva l'impressione che ci provasse gusto. Capitava che uscendo dalla doccia, anziché usare l'asciugamano per coprirsi un'erezione, lo teneva sulle spalle. Quel suo modo di comportarsi, ignorato dai più, aveva catturato l'attenzione di due che ogni tanto si vedevano in palestra. Due italiani del sud, venuti in città per studiare all'università. Ascoltando i frammenti delle loro conversazioni, Luca aveva scoperto che erano coinquilini. Pur non avendo mai mostrato comportamenti strani, da come si atteggiavano l'uno con l'altro, sembrava che fossero ben più che amici.

Petru sembrava più maturo e Luca iniziò a guardarlo con occhi diversi. Ostentava una sicurezza e una carica virile che lo faceva sentire un po' a disagio. Iniziò a chiedersi quale trasformazione fosse avvenuta. Forse dipendeva dal fatto che suo padre se ne era andato. L'amico non era mai stato uno di molte parole ma se prima imputava la cosa a una certa lentezza di cervello, ora sembrava che quei silenzi fossero voluti. Per quanto cercasse di non ammetterlo, iniziava a provare qualcosa di strano nei suoi confronti.

Quando gli chiedeva aiuto per finire un esercizio, capitava che i loro corpi si toccassero. In passato, durante gli allenamenti di calcio, la cosa non aveva mai creato problemi. Ora, alla lunga, gli provocava un'erezione. Una volta era andato nei bagni della palestra a masturbarsi, perché non riusciva a farsela passare. Senza volerlo o forse sì, guardando il video dei due uomini con la ragazza, iniziò a immaginare che fosse Petru quello dietro al giovane. Il transfer avvenne in maniera spontanea e senza procurargli grandi turbamenti.

Nel giro di poco tempo divenne una fantasia fissa e così comprese la natura del suo disagio. Si rese conto di esserne attratto. Luca avuto già avuto delle esperienze sessuali con delle ragazze. La prima fu a quindici anni con una turista olandese, incontrata durante una vacanza studio. Eppure da tempo era intrigato dal sesso omosessuale ma non aveva mai avuto il coraggio e l'occasione di provare.

Si ricordò quello che era successo alle Adidas che aveva lasciato nella camera dell'amico. Ripensando a quell'episodio e ora che Petru sembrava così cambiato, tornò a valutare l'idea di dirgli tutto. Chissà, forse avrebbe trovato anche il coraggio di rivelargli la sua attrazione fisica. Pensava che fosse una cosa che doveva sapere. Erano amici e gli amici, quelli veri, non si nascondono nulla.

[***]

Amir sentiva di condurre due vite separate. La mattina e la sera, con amici e famiglia, era quello di sempre. O almeno cercava di esserlo. I pomeriggi in cui suo fratello Murad gli chiedeva di effettuare delle consegne, si sentiva alla stessa stregua di uno spacciatore. Gli capitava di incontrare ogni genere di persona. Per lo più gente della sua età, anche se a volte erano più grandi. La maggior parte aveva scritto in faccia: sono un tossico dipendente. Il problema era che ogni volta aveva il cuore in gola. Prima per paura di essere scoperto dalla polizia con la droga in tasca, poi perché temeva di essere derubato del denaro.

Un giorno uno dei ragazzi che lavorava per Murad, un italiano sui vent'anni, era stato rapinato da dei balordi. Amir era arrivato al solito magazzino vide che i due amici del fratello l'avevano malmenato, fino a fargli uscire il sangue dal naso. Poi lo portarono a forza in un'altra stanza. Quello che accadde dopo fu anche peggio. Amir sentì dei suoni inequivocabili. I due lo stavano costringendo a fare sesso. Murad gli spiegò che era il minimo che potesse fare, per ripagare quanto aveva perso.

Capitava anche che alcuni gli proponessero favori sessuali al posto del pagamento. Lui rifiutava sempre, sia che si trattasse di uomini o donne ma intuì che era una pratica usuale. Evidentemente a suo fratello, quel tipo di clientela piaceva. Un giorno incontrò Hussein, un medio orientale che non aveva i soldi per pagare. Vestiva esattamente come lui: tuta Adidas e Nike Blazer Mid ma di colore grigio. Arrivato al luogo dello scambio, lo vide avvicinarsi con le lacrime agli occhi.

Farfugliava cercando di spiegargli perché non poteva pagare. Amir che già aveva la nausea per la paura di essere arrestato, capì solo che un tizio non aveva mantenuto la promessa. Anziché pagarlo, lo aveva lasciato in mezzo alla strada. Gli ci volle un bel po' per comprendere la situazione. L'altro continuava a ripetere che se non fosse tornato a casa con la roba, suo cugino l'avrebbe picchiato o peggio. Mosso da compassione e per tagliare corto, decise di dargli comunque il pacchetto. Ci avrebbe pensato lui a pagare.

Dovette ripetergli più volte che non c'erano problemi, perché Hussein sembrava un disco rotto. Quando finalmente capì, gli prese la mano e iniziò a baciarla. Estremamente imbarazzato, Amir cercò di liberarsi dalla stretta. Preso dall'euforia del momento, Hussein allungò una mano e lo accarezzò tra le gambe.

"Fratello, lascia che ti ringrazi."

Oltre al gesto, fu l'espressione lasciva di Hussein a disgustarlo. Cazzo avrà avuto uno o due anni più di lui e già si comportava come una puttana. Senza contare che, dopo aver capito non doveva pagare, le lacrime erano scomparse del tutto. In quel momento tutta la frustrazione che provava per la situazione e per dover avere a che fare con quel tipo di persone, prese il sopravvento. Lo guardò con espressione cattiva e disse:

"Ho cambiato idea. Vieni con me."

Hussein lo seguì senza fare domande. Dopo tutto era stato lui a offrirsi di "ringraziarlo" e comunque Amir ancora non gli aveva dato nulla. Andarono nei bagni pubblici della stazione, un posto lurido dove la maggior parte degli urinari era fuori uso. Proprio per questo i viaggiatori preferivano quelli del bar. Entrarono nella toilette dei portatori di handicap, l'unica che ancora aveva il chiavistello funzionante e chiuse la porta.

"Inginocchiati."

Hussein ubbidì incurante del fatto che le piastrelle fossero bagnate e lerce. Amir sorrise malignamente: era quello che si meritava. Si abbassò i pantaloni della tuta e tirando fuori l'uccello flaccido, gli ordinò di leccarlo come un cane. Sentì la lingua sui testicoli e poi sull'asta.

Mentre nello scantinato con Murad aveva chiuso gli occhi, ora era deciso a godersi tutta la scena. Dopo poco il suo organo diventò duro, allora gli afferrò la testa e iniziò a scopargli la bocca. Hussein appoggiò le mani sul pavimento, cercando di non cadere indietro.

Più lo sentiva gorgogliare e più si eccitava. In particolare godeva nel tirarlo fuori e vedere la saliva schiumosa colargli dal mento. Prese a schiaffeggiargli la faccia con l'asta, per poi rimettergliela in bocca. Il modo con cui se ne stava lì a bocca aperta, aspettando di succhiarglielo, lo rese ancora più rabbioso. Gli sputò in bocca più volte, dandogli della troia succhia cazzi. L'altro non si ribellava, anzi, sembrava piacergli.

Perse il controllo quando vide che nonostante tutto, Hussein si era infilato una mano nei pantaloni della tuta e si stava masturbando.

"Ma allora sei proprio una troia schifosa! Spogliati!"

Tenendo le scarpe, Hussein si denudò. Amir provò una punta di invidia. Oltre a una muscolatura ben più definita della sua, aveva anche un cazzo più grosso. Inizialmente aveva pensato di sodomizzarlo. Forse era anche quello che l'altro si aspettava, visto che si era messo mani contro al muro, ma cambiò idea.

"Sdraiati sul pavimento!"

Dovette ripeterglielo più volte, arrivando a minacciarlo di non dargli più nulla. Hussein fece come voleva e lui, usando il piede destro, iniziò a schiacciargli il sesso contro l'addome.

"Ti piace così? Sei un frocio di merda!"

Sentire la suola della scarpa premere sul sesso eretto di quella puttana, gli dava una sensazione di potere incredibile. Hussein cercò di scostargli il piede, in tutta risposta Amir aumentò la pressione.

"Che cazzo fai!? Vuoi che ti prenda a calci nei coglioni?"

L'altro mollò la presa. Amir si stava godendo ogni instante. Vedeva sul volto dell'altro delle smorfie di dolore, o almeno così sperava. Aveva deciso di umiliare quello schifoso succhia cazzi a tutti i costi. Più si lamentava e più violentemente sfregava la suola contro l'uccello.

Eccitato come non mai si toccò l'organo. Venne quasi istantaneamente. Lunghi filamenti di sperma finirono sulla faccia e sul petto di Hussein che con la bocca aperta cercava di intercettarli. Amir, preso dalla frenesia, raccolse con la suola parte della sua stessa eiaculazione.

"Ti piace la sborra?"

Gli spinse la punta della scarpa in bocca.

Next: Chapter 6


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