Lossessione

By G. Plain

Published on Oct 10, 2012

Gay

L'OSSESSIONE

CAPITOLO 1

L'INCONTRO

Appena risposi al cellulare, quello che riservavo per le chiamate di lavoro da scuola, sentii la voce trafelata di una donna, sicuramente non giovane a giudicare dal tono, che mi apostrofò dicendo:

  • Buonasera, è lei... è lei il professor Pisani?

  • Matteo Pisani, sì sono io signora, in cosa posso aiutarla? - Risposi con il tono di voce più rassicurante e suadente di cui ero capace.

  • Bene professore, mi scusi per il disturbo, sono la signora Altobrandi in Belloni, mio figlio frequenta la scuola dove lei insegna, sono veramente preoccupata per lui... Ho letto il suo annuncio... Forse lei può aiutarlo...

  • Si calmi signora, - la interruppi io - non si preoccupi. Come ho scritto nel mio annuncio nella bacheca della scuola, la mente di un giovane può cose di cui spesso è inconsapevole e io posso aiutare i ragazzi in difficoltà a scoprire il loro potenziale, specialmente nel campo della matematica, che è il mio forte. Ora mi dica, suo figlio di che tipo di aiuto ha bisogno?

La signora era in difficoltà nel rispondere, forse si vergognava ad affidarsi al professore più caro della scuola per le ripetizioni di suo figlio, ma evidentemente le aveva già provate tutte senza successo, e questa era la sua ultima spiaggia...

  • Professore, so che lei è il miglior docente di algebra della scuola, mio figlio è molto bravo negli sport ma purtroppo con i numeri ha proprio difficoltà... Pensa di poterlo aiutare?

Quell'accenno alla bravura negli sport, fece aumentare non di poco la mia attenzione alle richieste della madre ansiosa:

  • Signora, come le ho detto, stia tranquilla, e consideri il suo problema risolto sin d'ora... Certo, le costerà un po' visto che le mie ripetizioni richiedono molta concentrazione e sforzo anche da parte del sottoscritto...

  • Di questo non deve preoccuparsi professore, - mi bloccò subito la madre, che d'altronde avevo già intuito dall'inflessione aristocratica essere di famiglia benestante - io ci tengo che mio figlio non venga bocciato per le sue insufficienze in matematica, e sono disposta a pagare qualsiasi cifra...

  • Bene, ora mi dica solo il suo indirizzo, e quando possiamo vederci per un primo incontro conoscitivo...

E fu così che il giorno dopo, nel primo pomeriggio, mi ritrovai per le vie di uno dei quartieri residenziali più ambiti ed eleganti della città, non molto distante dalla scuola dove insegnavo matematica ormai da qualche anno, pronto a fare la conoscenza con un giovane di 17 anni, che rispondeva al nome di Luca Belloni. Nella casa, un bel villino a due piani immerso nel verde, venni accolto da un maggiordomo che mi condusse nel saloncino arredato con preziosi mobili di antiquariato, dove la mamma del soggetto, che iniziava a incuriosirmi sempre di più visto lo sfarzo in cui viveva, mi ripeté sostanzialmente quanto già mi aveva detto al telefono il giorno prima. Era una donna sulla cinquantina, molto preoccupata per l'andamento scolastico del figlio, che forse proprio per la passione per i numerosi sport praticati, nuoto, pallavolo, corsa, e per il non trascurabile successo con le ragazzine della sua età, stava iniziando a orientarsi verso una sonora bocciatura. L'unico modo di recuperare, mi disse la madre accorata, era quello di migliorare sensibilmente in matematica, la materia principale del corso di studi, in modo da rimediare almeno una promozione anche se con debiti in altre materie. La madre del ragazzo non si accorse nemmeno di uscire dal colloquio molto più tranquilla e soddisfatta di quando ci eravamo stretti la mano all'inizio, e forse non si rese bene conto di avermi già pagato in contanti e in anticipo ben venti incontri con il figlio, basandosi solo sulla fiducia... Dopo le prime battute, al mio rassicurarla, iniziò infatti a ripetermi di essere convinta di aver fatto la scelta giusta e che io le ispiravo molta autorevolezza e stima, e in effetti questo mi capitava abbastanza di frequente quando facevo la conoscenza di una persona...

Venni così condotto al primo piano, dove, quando il maggiordomo mi aprì la porta della stanza del ragazzo, devo ammettere che rimasi colpito alla prima vista di quello che sarebbe di lì a poco diventato il mio studente, e non solo: il giovane stava parlando al telefono, evidentemente con una sua amica o la sua ragazza, a giudicare dal tono di voce melenso che teneva, e così, una volta entrato nell'ampia camera, ebbi modo di inquadrarlo per bene: fisico slanciato, folta capigliatura nera, mascelle lievemente pronunciate, occhi nocciola, lineamenti regolari, spalle ampie, con indosso una maglietta sportiva a maniche corte e dei pantaloncini abbastanza vissuti di una tuta da ginnastica, che lasciavano in bella vista le sue braccia, non grosse ma molto definite, dalla carnagione chiara e senza peli, e le sue gambe, dai quadricipiti e polpacci ben delineati e scattanti anche se non enormi, adornati appena da una rada peluria. Alto circa 175 cm, non passava certo inosservato, e data la mia esperienza nel giudicare il fisico e la predisposizione atletica dei ragazzi, dopo pochi secondi di osservazione ero sicuro di aver trovato un soggetto ideale ai miei scopi.

Ora mancava solo una valutazione sulla sua capacità di resistenza mentale, ma anche per quello non ci vollero che pochi minuti.

  • Ah-ehm, sono il professor Pisani - Tossii per attirare la sua attenzione.

Si girò verso di me, e chiuse velocemente la conversazione con la sua amica.

  • Mi scusi professore, sapevo che dovevamo iniziare oggi ma non mi ero reso conto dell'orario.

  • Bene - Esclamai io prendendo una sedia e accomodandomi di fronte a lui all'altro capo dell'ampia scrivania - Iniziamo subito allora!

Tirai fuori dalla mia borsa una serie di fogli dove avevo preparato delle serie numeriche e gliele misi di fronte

  • Sappi che io sono un professore molto esigente, e che con queste lezioni tu non solo migliorerai in matematica, ma acquisirai anche un metodo di studio e uno stile di vita più consono ad avere un rendimento scolastico migliore e più disciplinato. Ok?

Il ragazzo mi guardò con aria di sfida, come a voler significare che non aspettava certo un professore trentacinquenne per decidere come vivere...

  • Per il momento mi basterebbe migliorare in matematica, professore...

  • Allora inizia a leggere mentalmente la prima delle serie numeriche che ti ho preparato, - risposi - e mi raccomando, concentrati bene sui numeri che vedi sul foglio e ripetili silenziosamente dentro di te. Devi farlo di seguito, per un minuto, ti dirò io quando è trascorso il tempo... Puoi iniziare.

Lo vidi concentrarsi, e scorrere cogli occhi le prime cifre sulla prima riga, quindi la riga successiva, poi alzò lo sguardo e mi disse:

  • E' strano professore, mi gira la testa, ma come potrebbe questa lettura aiutarmi con i problemi di algebra e gli altri quesiti dei compiti in classe...

La sua voce era già meno decisa e forte di prima, e io sentivo un pensiero molto eccitante formarsi dentro di me...

  • Luca, ascoltami bene. Il tuo problema con la matematica è innanzitutto un problema di concentrazione. Questo esercizio di lettura mentale apparentemente senza senso, se fatto con tenacia e determinazione, ti aiuterà a trovare la giusta forza di volontà...

Lo vidi chinare il capo e ricominciare a scorrere le cifre con maggiore attenzione, e istintivamente si strofinò la fronte con la mano destra, come se avesse una leggera emicrania. Il pensiero che mi era balenato prima in mente si consolidò e assunse una forma ancora più chiara: forse avevo trovato davvero un altro dei miei soggetti ideali, giovani fighetti predisposti ad esplodere fisicamente e da plasmare mentalmente a mio piacimento...

FINE CAPITOLO 1

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