Lossessione

By G. Plain

Published on Oct 11, 2012

Gay

L'OSSESSIONE

CAPITOLO 2

Luca inizia a cambiare

Meno male che la lezione durò pochissimo, perché quel professore saputello mi era risultato antipatico sin dal primo momento in cui lo avevo intravisto entrare nella mia stanza e scrutarmi mentre ero al telefono con Lara, la mia "fidanzata" di turno di quel periodo. Con il suo sguardo mi aveva fatto sentire in colpa, come se non avessi il diritto di stare al telefono con chi volevo nella mia stanza, e poi, dopo avermi fatto concentrare su due liste insulse di numeretti scritti a penna su un paio di fogli, se ne era andato lasciandomi con un gran bel mal di testa. Assurdo!

Scesi al piano di sotto per salutare mia madre prima di uscire, dicendole che di quel professore non ne volevo più sapere, ma per tutta risposta mi obiettò che aveva già acquistato un ciclo intero di lezioni e che anzi il professore l'aveva convinta a farmi fare lezione a casa sua anziché nel mio ambiente "dove avevo troppe distrazioni"...

Cazzo! Ero fregato! Provai ad insistere, a farle vedere quello che avevamo fatto, cioè soltanto quei quattro numeretti in fila... Ma per una volta mia madre non volle sentire ragioni. Aveva una determinazione che mi lasciò perplesso, sembrava posseduta, in quanto non era certo così normalmente, e così mi dovetti rassegnare almeno a provarci, dal giorno dopo, a fare lezione a casa di quel tipo, sperando di ottenere se non altro qualche risultato utile, ma con mille riserve.

Dopo questa discussione con mia madre uscii e me ne andai da Lara dove abitualmente passavo la notte in quel periodo. Il mal di testa aumentava. Che mi stava succedendo? Forse qualcosa che avevo mangiato? Anche Lara mi vide strano, ci mettemmo sul suo divanone belli comodi a guardare un dvd, quel giorno non c'erano i suoi che erano usciti a cena fuori e quindi potevamo spassarcela un po'.

Ma accadde un fatto stranissimo: nonostante le sue carezze, i suoi baci, che imbarazzo! Non riuscivo proprio ad eccitarmi. Mi sentivo frustrato. A quel punto della serata normalmente saremmo stati già al secondo round e invece mi trovavo a cercare di rispondere alle sue avance come meglio potevo, ma senza il supporto della mia arma migliore! Lara se ne accorse da subito, e dopo qualche minuto di tentativi mi disse, un po' scocciata in verità, che forse era meglio se mi andavo a riguardare a casa visto che era chiaro che non fossi in fossi troppo in forma.

Magari avevo preso un colpo di vento freddo in piscina, pensai, nonostante fossimo nella bella stagione, e mi ero raffreddato come un pollo... Per la prima volta mi balenò in mente il fatto che forse la piscina non mi facesse poi tutto questo bene, anzi era piuttosto noioso doversi cambiare e rivestire ogni volta. Ma stavo divagando, di fronte a me avevo Lara piuttosto delusa, e così dopo averla salutata al meglio delle mie capacità, ma senza soddisfarla del tutto, me ne ritornai a casa con la coda tra le gambe.

Anche mia madre si stupì nel vedermi rientrare, mi chiese se c'erano problemi, le risposi soltanto che non mi sentivo troppo bene e preferivo riposare. Così me ne andai in camera di sopra, dove appena aperta la porta trovai sulla scrivania le serie di numeri del professore, esattamente dove le avevamo lasciate qualche ora prima. Mi sentii stranamente attratto da quei fogli e mi misi a leggerli, prima distrattamente, poi intensamente: non sentivo più il mal di testa, e continuai a leggere non ricordo per quanto.

  • Luca! Luca! Il tuo cellulare ha squillato a lungo, Luca! - Venni svegliato dalla voce di mia madre che mi chiamava da fuori la mia stanza... Cavolo! Era giorno! Mi ero addormentato come uno scemo sulla scrivania! Presi in mano il cellulare... No!!! Tre chiamate perse di Gabry, il mio migliore amico, con cui ogni mattina prima di scuola andavamo a farci un po' di corsetta nel vicino parco comunale... C'era anche un messaggio, diceva: - Sei proprio una bestia, scommetto che te la sei ripassata tutta la notte! E' mezz'ora che ti aspetto sotto casa di Lara, vado da solo... Ci si vede a scuola. - Altro che! Se avesse saputo la verità... Mi preparai in fretta, anche se c'era ancora tempo per arrivare in orario a scuola, almeno quello!

Mentre correvo in bagno a lavarmi e sistemarmi, notai la mia immagine riflessa nello specchio. Non ero certo cambiato dal giorno prima, eppure ebbi la percezione di un qualcosa di strano nel mio aspetto... Mi si formò nella mente tutto d'un tratto il pensiero che forse ero... non sapevo come esprimere il mio pensiero... ma forse... troppo magro!? Ero stato sempre orgoglioso del mio fisico forgiato da diversi sport, ed ero in grado di far colpo su qualunque ragazza volessi, eppure mi capitò di sentirmi non proprio a posto, sensazione che ricacciai subito indietro, perché non mi era affatto naturale! Io ero un gran figo e spiazzavo tutti! Fui tanto stranito da questa idea che mi venne immediatamente il desiderio di farmi una foto allo specchio... Era anche questa una stranezza, perché non ne facevo mai, ma volevo ribadire a me stesso che il mio bel fisico non era affatto male, dopo tutto! Quindi continuai a prepararmi e uscii di corsa da casa.

Arrivai a scuola appena in tempo per la prima ora di lezione. Entrai nell'androne principale quando già la maggior parte dei miei compagni erano entrati, e quindi iniziai ad avviarmi verso la mia classe da solo. Il mal di testa di ieri era del tutto scomparso, forse mi aveva fatto bene dopo tutto studiare ancora quelle serie numeriche prima di addormentarmi. Forse ero solo stanco a causa dei troppi sport che praticavo, nuoto, corsa, pallavolo... Mentre pensavo tutte queste cose, vidi un ragazzo appoggiato al muro di uno dei corridoi, che mi guardava fisso e appena mi vide si mosse, come se mi stesse aspettando. Nell'avvicinarmi lo riconobbi, era uno di quelli della sezione M, a indirizzo sportivo, in cui insegnava tra gli altri il professor Pisani. Era uno dei più palestrati della scuola, e come molti in quella sezione, uno di quelli che io puntualmente evitavo come la peste perché se ne stavano sempre tra di loro, e poi girava la voce, confermata anche dalla varie ragazze con cui ero stato, che non fossero certo dei maschi al 100%... Che cavolo voleva da me?

Era l'unico ragazzo presente nel corridoio visto che le lezioni stavano per iniziare, e la cosa mi stupiva: come mai non si affrettava ad andare in classe anche lui? Pensando a ciò mi stavo di fatto avvicinando a lui, e quindi, involontariamente, lo guardai meglio: come tutti quelli della sezione M era un grande esibizionista, fino ai limiti del ridicolo. Era vestito solo con una maglietta sintetica di quelle ultrasottili e semitrasparenti, di tonalità verde fluorescente con righe rosa (e sottolineo rosa!) sui fianchi, senza maniche, che non lasciava nulla all'immaginazione: pettorali gonfi e sporgenti, dorsali ampi che tiravano a morire la parte posteriore della maglietta, persino i quadratini degli di addominali perfettamente scolpiti, tutto si poteva vedere chiaramente ed era in bella mostra per chiunque volesse perdere tempo a guardare. Per non parlare poi della parte superiore della maglietta, che chiaramente, essendo priva di maniche, non riusciva quasi a contenere le grosse spalle, larghe e rotondeggianti, ma risultava appena sufficiente ad aderire come una seconda pelle ai trapezi davvero pronunciati e prominenti, al massimo dell'ipertrofia muscolare. Aveva quindi i bicipiti completamente scoperti, notevoli anche a muscoli rilassati, e gli avambracci, che ad un confronto sarebbero risultati molto più grossi e potenti dei bicipiti di un qualsiasi altro studente. Dalle spalle alle mani aveva una geografia di vene che faceva spavento, che lasciava solo immaginare la quantità di sangue necessaria ad alimentare quella deforme montagna di muscoli inutili ed assurdi. Di sotto indossava inoltre un ridicolo e striminzito jeans a cui aveva tagliato le gambe, dall'altezza del cavallo in sotto, lasciando del tessuto sfilacciato che pendeva a intervalli regolari sulle cosce, davvero impressionanti, e che praticamente lasciava coperti solo i possenti glutei. Anche le gambe erano davvero muscolose, si poteva addirittura scorgere facilmente la separazione perfetta dei singoli solchi muscolari, e il loro volume che, nel punto in cui i quadricipiti si infilavano nel pantaloncino, lasciavano temere che il povero jeans stesse per scoppiare per la pressione dei muscoli da un momento all'altro. E per finire ancora più in basso ecco i polpacci staccarsi come punte di diamanti dalla struttura della gamba.

Quando gli passai vicino, deciso a superarlo facendo finta di nulla, mi disse: - Ciao, Luca. Forse ti interessa questo. - E nel farlo mi prese con una mano la spalla di fatto bloccandomi, e con l'altro braccio mi porse un bigliettino. Rimasi stupito. Come faceva a sapere il mio nome? Ero abbastanza popolare a scuola ma non al punto che tutti sapessero come mi chiamassi. Comunque presi il biglietto, non potendo fare a meno di scorgere che sulla parte interna dell'avambraccio aveva un grosso tatuaggio con la scritta FLEX e notai inoltre che appena gli tolsi di mano il foglietto fece ballare i pettorali, grossi e gonfi sotto la maglietta, non so se di proposito o meno... Che razza di esibizionista e idiota! Volevo allontanarmi prima possibile, non volendo assolutamente farmi vedere in compagnia di questo energumeno asociale, quindi ringraziai a mezza bocca e appena mi lasciò la spalla me ne andai verso la classe.

Normalmente avrei piantato un bel cazzotto in faccia a uno che si fosse permesso di mettermi le mani addosso in quel modo, ma quel giorno non avevo troppo spirito d'iniziativa e così preferii risolvere la situazione in modo più accondiscendente... Dopotutto forse davvero ero un po' stanco fisicamente e mentalmente a causa dei diversi sport che seguivo e che disperdevano troppo la mia attenzione... Appena arrivato in classe, salutai il mio amico Gabry chiedendogli scusa, e cercando in non far capire come stavano realmente le cose con Lara. Le lezioni quella mattina furono abbastanza tranquille. Facevo fatica a capire tutto, come al solito, ma almeno la mente non mi andava sempre al sesso come accadeva di consueto. Ad un certo punto mi ricordai del bigliettino che istintivamente avevo subito messo in tasca. Lo presi e lo lessi, c'era scritto:

*************************************************** *** PALESTRA MIND FREAK *** *** Ancora per pochi giorni promozione: *** *** iscrizione e prima mensilità gratuita *** *** PER MIGLIORARTI *** ***************************************************

Solo questo, e poi l'indirizzo. Che strano, l'indirizzo sembrava familiare. Ci pensai meglio ed in effetti era una coincidenza alquanto particolare, infatti si trattava dello stesso indirizzo dove abitava il professore Pisani e dove quel pomeriggio sarei dovuto andare per fare lezione da lui. Presi una decisione, mi venne spontanea. Quel pomeriggio avrei saltato la partita di pallavolo e avrei sfruttato la promozione della palestra MIND FREAK. E poi se mi fossi trovato bene, magari potevo per un periodo interrompere gli altri sport e dedicarmi solo alla palestra, non tanto per gonfiarmi, ma per continuare a tenermi in forma. Forse un periodo di minor dispersione su tante cose diverse mi avrebbe fatto bene, dopo tutto...

FINE CAPITOLO 2

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